Hanno detto che il 95 per cento delle case della periferia è stato ricostruito, ma lascio a voi giudicare...di Vittorio Perfetto
L’Aquila, Molinari:
la politica mente sulla ricostruzione
L’AQUILA. 06 aprile 2015
Omelia durissima questa mattina pronunciata dall'arcivescovo emerito dell'Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, durante la celebrazione della Santa Messa delle 10.30 nella basilica di San Giuseppe Artigiano, in via Sassa, l'unica chiesa aperta al culto nel centro storico dell'Aquila.
La messa è stata dedicata alle vittime del terremoto del 6 aprile 2009, e ha fatto seguito alla veglia notturna presieduta dall'arcivescovo monsignor Giuseppe Petrocchi e alla fiaccolata. La liturgia di monsignor Molinari, concelebrata dal canonico Daniele Pinton e dal francescano padre Nando, cerimoniere don Alessandro Benzi, è stata caratterizzata da una reprimenda del prelato verso la lentezza della ricostruzione della città:
«Hanno detto che il 95 per cento delle case della periferia è stato ricostruito, ma lascio a voi (fedeli) giudicare...», ha detto Molinari. «Poi hanno detto che sono stati dati all'Aquila 4 miliardi (di euro) e altri 4 dovrebbero arrivare. Speriamo...
Voglio citare», ha proseguito, «un articolo di un importante quotidiano nazionale, del 12 febbraio scorso, in cui viene descritta la situazione dell'Aquila post-terremoto:
- il centro storico è ancora fermo, dentro le mura è stato ricostruito soltanto il 3 per cento degli edifici,
- mentre 4.500 cantieri sono in attesa di partire e molte imprese sono in grande difficoltà perché i soldi non arrivano e non riescono a pagare alle banche neppure gli interessi dei soldi anticipati.
- Cito sempre dall'articolo: in Comune hanno assunto 300 persone per sveltire le pratiche, ora sono rimasti in 7...».
- E la stoccata finale: «Vogliono dare la colpa alla chiesa per i ritardi nella ricostruzione degli edifici religiosi: è una grande menzogna».
Infine, un parallelismo tra il Vangelo del giorno e di questi giorni di Pasqua, il tradimento (di Giuda Iscariota), Pietro che rinnega Gesù. Passaggi che Molinari ha attualizzato alla luce delle contraddizioni della ricostruzione.
Ma l'arcivescovo emerito ha recitato anche il mea culpa, con il quale ha concluso: «La colpa è anche di noi cristiani, che non abbiamo fatto e non facciamo nulla».