Io mi ci sento dentro, voi?
12 cose che solo un iper-pensatore capirà
Laura Lifshitz
Stai lì lì per fare qualcosa quando... aspetta un attimo, dici. E ti chiedi: ma è davvero il caso, o non sarà forse meglio fare qualcos'altro? Sei nel bel mezzo di una corsia del supermercato, e te ne stai lì a discettare su una minuzia, tipo quale confezione di riso acquistare. Ti ci ritrovi? Se la risposta è sì, allora congratulazioni! Sei un iperpensatore.
- Ce lo sentiamo dire regolarmente: "Datti una mossa a scegliere!".
Se sei uno di quelli che ci sta troppo a pensare, te lo sarai sentito ripetere un milione di volte. Che ci vuole a prendere una decisione, pensa la gente. Ma certo, a volte è facile; ad esempio, preferiresti Brad Pitt o tuo marito? Una scelta facile, ma quando sei un iperpensatore, lo sai bene che dover compiere una scelta ti risulta una vera e propria tortura.
- Se abbiamo preso una decisione "sbagliata" facciamo fatica a dormirci su.
Oh, è assolutamente determinante saper scegliere il giusto shampoo, il biscotto, il parcheggio, il fidanzato, la fidanzata, o un paio di calzini. Ogni singola scelta ci appare determinante.
Chissà quali sarebbero poi le tremende conseguenze se dovessi male i tuoi short per la palestra, no? In realtà non succederebbe proprio un bel niente, laddove acquistassi i (presunti) pantaloncini sbagliati, se non il fatto in sé che poi tu te ne faresti una malattia ripensandoci.
- Per noi prendere una decisione non è mai una questione in bianco e nero. Ci sono sempre delle sfumature di grigio.
Nel mondo esistono sempre delle alternative, e un iperpensatore è in grado d'individuare una vasta gamma di opzioni.
In troppi considerano il pensarci troppo su un fastidio, ma la verità è che è anche un vantaggio. Noi siamo in grado d'intravedere tante possibilità laddove sembrerebbe di doversi accontentare di un'unica soluzione o di un'unica alternativa poco convincente.
- Poi però è alla nostra porta che vengono a bussare per chiedere un consiglio. Noi che ci pensiamo troppo su non ci sorprendiamo mai quando qualcuno ci viene a chiedere un consiglio.
Conosciamo bene la ragione per cui le persone accorrono a presentarci i propri crucci d'amore e drammi familiari -- perché noi saremo in grado di dissezionare la questione, analizzandola da ogni punto di vista. E la gente questo lo adora.
Quando noi, che pensiamo troppo, ce ne stiamo lì, seduti a ponderare i loro dilemmi, ciò li fa sentire tanto importanti. Li aiuta anche a scoprire dei risvolti che da soli non sarebbero stati in grado di cogliere. Chiunque pensi troppo rappresenta una risorsa importante come amico.
- Per noi è meglio quando sono gli altri a scegliere per conto nostro.
Chiunque si ritrovi a pensare troppo sa bene che questa domanda: "Perché non scegli tu?", non è solo utile, ma salvifica. A volte abbiamo bisogno che qualcun altro compia una scelta, di modo da non dover andare a consultare il nostro indice mentale (operazione che, fra l'altro, ci risulta assolutamente spossante).
Quando poi qualcun altro prende la decisione ultima su qualcosa di triviale come scegliere che cosa fare per cena, noi facciamo la ola.
- Poi però le "grosse" decisioni siamo in grado di renderle molto più semplici.
La cosa strana è che sebbene l'iperpensatore sia in grado di starsene lì a elucubrare su quale sia il migliore lettore Blue Ray da acquistare, poi invece in appena due secondi sarà in grado di decidere di lasciare il proprio lavoro e d'avventurarsi in una completamente nuova.
Quando mio figlio era appena nato ho fatto fatica a trovare il baby monitor adatto, invece non ho avuto alcun problema a decidere di ritornare al college dopo cinque anni d'assenza.
Le grosse decisioni sono esperienze stimolanti e poderose, ma quelle minute ci annebbiano il cervello e gettano in ansia noi iperpensatori.
- Viviamo di rimpianti, rimpianti, rimpianti. Ovviamente, dopo aver preso quella grossa decisione, nel bel mezzo di una nuova vita ci fermeremo a riflettere, per determinare se il nostro giudizio sia stato affrettato e impulsivo, o se abbiamo fatto la mossa giusta. A volte proveremo dei grandi rimpianti, e metteremo in dubbio il nostro istinto.
- Abbiamo sempre bisogno di tornarci su col pensiero.
Solo un iperpensatore è in grado di comprendere come, anche quando ci succede qualcosa di meraviglioso, sia per noi necessario starcene lì a meditare sul perché ci sia accaduto, se potrà ripetersi, e se ce lo siamo meritati. Potremo anche metterci in pompa magna per andare a festeggiare un nostro grande traguardo, ma dentro di sé l'iperpensatore continuerà a porsi questa piccola domanda: "Me lo merito?".
- Dentro di noi siamo sempre in guerra.
Il nostro istinto funziona bene. Fidatevi, l'avevamo già preso in considerazione quando abbiamo consultato il nostro cervello. Il problema è che poi le preoccupazioni tendono a mettere all'angolo la nostra sanità mentale, perciò quando meno te l'aspetti scoppia quella guerra interiore fra le diverse alternative.
- Lo sappiamo, il nostro atteggiamento vi scoccia. Ci rendiamo conto che è noioso quando non siamo in grado di decidere quali cassettiere acquistare, o il gusto del gelato, ma non possiamo farci niente. Anzi, a volte quando gli altri fanno una scelta con tanta facilità, in segreto ci piacerebbe essere fatti così.
Ok, è anche vero che in altre occasioni, quando senza riflettere decidi di comprarti quella particolare birra, o di acquistare quel determinato paio di scarpe, il nostro cervello commenterà fra sé: "Pessima scelta, ragazza. Se solo riflettessi un po' di più".
- Riconosciamo il valore del non essere avventati. Spesso il nostro pensarci troppo su ci ha impedito d'indossare quella maglietta particolarmente kitsch, o di aver detto di "sì" a quel tizio strano che poi sarebbe stato un vero e proprio incubo se l'avessimo frequentato. Non guardare agli iperpensatori dall'alto verso il basso, perché un giorno potresti sempre trovarti a rimpiangere quella semplice scelta che hai compiuto, e noi saremo gli unici lì a tenerti la mano, dicendo: "Lo sappiamo che cosa si prova".
- Non ci teniamo proprio a sentirci presentare "altre opzioni" da un commesso. Quando i commessi ci dicono: "Ci sono tante opzioni", vorremmo ucciderli all'istante.
Dici davvero? Altre opzioni? Eravamo già impanicati alle prime tre che ci hai presentato. I commessi insistenti, poi, ci fanno venire la pelle d'oca. Li evitiamo come la peste. Ci perseguitano con le loro "opzioni", le loro "opinioni", ma non vogliamo avere niente a che farci. Di certo non sentiamo il bisogno di ulteriori distrazioni, nel piccolo teatro della nostra mente, grazie.
12/6/2015
Questo blog è originariamente apparso su YourTango[1], è stato pubblicato da HuffPost Usa[2] ed è stato tradotto dall'inglese da Stefano Pitrelli.