La bibbia è stata scritta da uomini per altri uomini. Testamento di fede di uomini devoti ai loro ascoltatori.
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Un testo che porta in eredità quanto l'uomo di Dio ha percepito, capito, vissuto. Una "verità" espressa nel linguaggio dei suoi uditori, quelli che stanno lì, presenti, contemporanei. Autori che non hanno finalità di successo, non devono eternare se stessi ma testimoniare, trasmettere una "verità" nelle categorie di chi ascolta perché intenda.
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Scrive Silvano Leslo, nella sua presentazione presentazione del libro "Bibbia tradotta Bibbia tradita" del teologo ebreo Pinchas Lapide:
"Ci vollero diversi secoli di studi biblici, l'illuminismo e la teologia critica, perché ci si accorgesse che ciascun libro della Bibbia era il frutto della collaborazione di diverse persone; che inizialmente vi era stata la parola orale, messa per iscritto solo in seguito; che i redattori avevano attinto a fonti più antiche e aggiunto le proprie riflessioni, per cui lo scritto attuale va considerato come la fase conclusiva di un lungo processo evolutivo."
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E cita una frase attribuita a Lohfink:
"Qui sulla terra quando Dio parla, noi non ascolteremo mai la pura, assoluta parola di Dio; prima che noi la ascoltiamo, essa è sempre penetrata nella nostra realtà umana e terrestre".