Via l'aria della salsedine sarda,
ho venduto tutto.
Via bianche montagne d'Abruzzo,
un terremoto m'ha scaraventato
oltre le cime della valle.
Via il gruppo degli amici di gioventù,
troppi gli ignavi e qualche arrogante.
Via il dolce peccato,
un decalogo si frappone
Qui ancor nessuno mi conosce.
Poco consola l'acquisita libertà,
estratto ultimo dell'indipendenza.
Libertà divenuta eccessiva
da pagare in emarginazione.
Ora che mi vado spegnendo
inizia una strada deserta,
senza sogni, senza sostegni .
Si spegne la memoria,
un settaccio che più niente regge.
Cede il fisico, orso ferito dall'età,
prima orgoglioso baluardo,
ora umiliante debolezza.
Sento intorno il vuoto,
vinco la paura con la rassegnazione,
con l'intelligenza del momento.
7 marzo 2016