Commento di Luigi Anèpeta (maggio 2004) a
IL VANGELO SECONDO LA SCIENZA di Piergiorgio Odifreddi, Einaudi, Torino 1999
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Se dovessi aggiungere qualcosa, mi verrebbe volentieri da sottolineare che la matrice delle religioni è l'intuizione emozionale dell'infinito spazio-temporale depositata nell'inconscio umano.
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Questo dato strutturale dell'apparato psichico umano merita una grande attenzione. Io lo interpreto in termini naturalistici. E' come se l'evoluzione, perseguendo per tentativi ed errori, l'obiettivo di creare un animale dotato di una capacità previsionale affrancata dall'hic et nunc che governa l'esperienza di tutti gli altri animali, sia andata un po' fuori misura.
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In virtù di quella capacità, l'uomo può progettarsi, vale a dire usare il futuro per programmare la soddisfazione dei suoi bisogni e prevenire i pericoli.
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In conseguenza di essa, però, che lo rende consapevole di essere destinato a morire, egli è anche un animale naturalmente ansioso. La religione, il misticismo spirituale, la scienza sono tentativi diversi di colmare lo scarto tra la finitezza umana e l'infinito che incombe dentro la sua mente.
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Ben venga il misticismo logico-matematico di Odifreddi se esso vale ad invalidare le religioni antropomorfiche.
Dato che non tutti possono ascendere nei cieli astratti della matematica superiore, occorre considerare anche un'altra possibilità: che l'uomo, semplice mente, accetti quello scarto "stoicamente", senza la pretesa di colmarlo, dedicandosi al culto della finitezza. Posto che questo non significhi banalmente il culto dell'io, bensì piuttosto dell'umano…
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