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16 agosto 2016 2 16 /08 /agosto /2016 14:43

 

L’uomo moderno non ha più familiarità con il concetto di peccato, perché l’idea di peccato «gli pare sostituire il diritto di un altro (il diritto di Dio) sulla propria coscienza», e dunque lo fa sentire in una posizione di «dipendenza da Dio e di non-autonomia». Di conseguenza fa difficoltà anche ad accogliere il discorso cristiano sulla remissione dei peccati, e quindi sulla misericordia del Padre.

 

 [..] in sostanza Mons. Krzysztof Nykiel, nell'intervento durante la sessione pomeridiana del ventiquattresimo corso organizzato dalla Penitenzieria Apostolica di cui è reggente, ha fatto notare che l’uomo moderno «non riconosce debiti e questa è la radice culturale che gli rende difficile riconoscere sia la grazia, sia il peccato».

 

Ma cos’è che rifiuta la coscienza moderna?

 

Intanto rifiuta proprio «il peso di un senso di colpa che sottomette l’uomo al dominio e alla paura di Dio e gli impedisce di essere padrone di se stesso e del suo mondo».  L’uomo moderno sente istintivamente una contrapposizione tra le pretese religiose e la difesa della sua dignità personale.

 

Questa sensibilità, ha sostenuto monsignor Nykiel, è il frutto di tutta la storia moderna «caratterizzata

  • dalla ricerca dell’autonomia:
  • dalla rivoluzione scientifica partita nel Seicento, che definisce l’uomo per la sua appartenenza all’universo, al cosmo e alle sue regole (Galileo) e al mondo dei viventi (Darwin);
  • alla rivendicazione della sua età adulta e al ragionare da sé (Kant e illuminismo nel Settecento);
  • alla liberazione dalla tutela religiosa fatta oggetto di sospetto (Marx, Nieztsche, Freud nell’Ottocento);
  • alla terribile esperienza del Novecento in cui lo spettacolo di violenze e carneficine inimmaginabili fa crollare l’idea di un ordine stabilito da Dio e suscita l’obiezione del male (Camus)».

 

È la difficoltà dell’uomo moderno di riconoscere il peccato, e di conseguenza il perdono, che spiega, alla radice, anche le difficoltà della pratica cristiana della confessione o riconciliazione.

 

Cosa fare allora?

 

Innanzitutto, ha detto il reggente, è necessario riproporre il valore della misericordia di Dio nei confronti dell’uomo peccatore, e ricordare che il suo vero significato, così come il vero significato del peccato, si rivelano pienamente in Gesù.

 


© Osservatore Romano  7 marzo 2013

 

 

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