Nel suo articolo “Evoluzione e creazione”, apparso su “L’Osservatore Romano” del 16 gennaio 2006, Fiorenzo Facchini:
- Apre all'evoluzionismo, indicando con precisione l'ambito d'azione e, quindi, di competenza di chi crede e di chi studia i passaggi evolutivi:
Quello che è da riaffermare nella teologia (e in un retto ragionare) è il rapporto di dipendenza radicale del mondo da Dio, che ha creato le cose dal nulla, ma non ci è detto come.
- Invita gli evoluzionisti a non fare della loro scienza una teologia
Purtroppo al fondo di tutto va anche riconosciuta una certa tendenza in scienziati darwinisti ad assumere l'evoluzione in senso totalizzante, passando dalla teoria alla ideologia, in una visione che pretende di spiegare tutta la realtà vivente, compreso il comportamento umano, in termini di selezione naturale escludendo altre prospettive, quasi che l'evoluzione renda superflua la creazione e tutto possa essersi autoformato e possa essere ricondotto al caso.(Facchini)
- Conclude schierandosi timidamente con i sostenitori dell'ID.
I creazionisti, sostenitori dell’Intelligent Design (ID) non negano l'evoluzione, ma affermano che la formazione di certe strutture complesse non può essere avvenuta per eventi casuali, ma ha richiesto interventi particolari di Dio nel corso dell'evoluzione e risponde a un progetto intelligente.
A parte il fatto che in ogni caso non basterebbero mutazioni delle strutture biologiche perché occorrono anche cambiamenti ambientali, con il ricorso a interventi esterni suppletivi o correttivi rispetto alle cause naturali viene introdotta negli eventi della natura una causa superiore per spiegare cose che ancora non conosciamo, ma che potremmo conoscere.
Ma così non si fa scienza. Ci portiamo su un piano diverso da quello scientifico. Se il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza.
PS:dopo la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1987, il termine "disegno intelligente" venne sempre più utilizzato dai sostenitori dell'insegnamento basato sul creazionismo, specie negli Stati Uniti.
E' molto più chiaro Giusepe De Rosa (“Civiltà Cattolica” del 5-19 agosto 2006) quando a commento di quest'articolo scrive:
Deve essere chiara la distinzione tra il fatto dell’evoluzione e la teoria, o meglio, le teorie che cercano di spiegarlo.
Mentre il fatto può ritenersi sufficientemente certo, le teorie che cercano di spiegarlo devono passare al vaglio della verifica sperimentale per poter divenire teorie di valore scientifico. Finora questo non è avvenuto. Per tale motivo, sul problema dell’evoluzione non è stata detta l’ultima parola sul piano scientifico.
Molto lavoro resta ancora da fare per giungere alla piena comprensione dei meccanismi del processo evolutivo.