Durante la messa recitiamo il Gloria che così inizia:
Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Ma non stiamo recitando un brano di vangelo, come sembrerebbe, infatti nel passo di Luca 2,14 troviamo scritto altro:
Gloria Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama.
La differenza sembrerebbe lieve ma lieve non è, la trovo sostanziale. V'è sostanziale differenza tra salario e dono, tra ricompensa e misericordia. Mai potremmo ripagare Dio, e lui non vuole scambi o paghe, è già tutto suo. Resta però una domanda dal sapore amaro perché durante la messa ci viene chiesto di recitare una preghiera non vera o almeno fuorviante? Fuorviante perché da Dio non si compra, lui regala.
Luca è il solo a sottolineare quest'aspetto del nostro rapporto con Dio, egli non fa che ribadire quanto scrisse il profeta Isaia (Is 55,1) :
1 O voi tutti assetati, venite all'acqua,
voi che non avete denaro, venite,
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.