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26 aprile 2017 3 26 /04 /aprile /2017 09:46

 

Con Mosè si realizza il passaggio da una religione clanica, tribale, manica, i cui riti sono officiati dal capo del clan, ad una religione etnico-nazionale, monolatrica più che monoteistica, il cui culto è affidato alla classe sacerdotale che si separa dal resto della popolazione, i cui codici rituali giungono a pervadere tutta la vita civile, configurando una teocrazia, e il cui Dio, assumendo un nome definitivo (Jahvè), si pone, in virtù della sua maggiore potenza, in conflitto irriducibile con tutte le altre divinità. Tale passaggio non è un’evoluzione della religione dei Patriarchi, bensì una brusca rottura sociale e ideologica che incontra non poche resistenze e modifica profondamente l’organizzazione sociale e l’orizzonte culturale del popolo ebraico. Essa, come si vedremo in seguito, influenzerà tutta la sua ulteriore vicenda.

 

Si tratta di un cambiamento istituzionale radicale che introduce, in una cultura che sino allora ha riconosciuto la sola gerarchia delle classi di età, una gerarchia politica e religiosa che assoggetta tutte le altre tribù a quella di Mosè. Tale cambiamento, per giunta, comporta anche una redistribuzione dei beni. L’eseguire la volontà divina comporta, infatti, dei sacrifici economici.

 

Questa rivoluzione non può avvenire pacificamente. Mosè si affanna a sancire l’investitura divina della classe sacerdotale costruendo la Dimora di Jahvè recintata, velata e accessibile solo ai Leviti, all’interno della quale è collocata l’Arca con le tavole della Legge. Si affanna a consacrare Aronne e la sua discendenza e ad organizzare una complessa liturgia che giustifichi il fatto che siano solo essi adibiti al culto e ai riti sacrificali. Il potere assoluto di Mosè e del suo clan è, però, subito, non accettato. La contestazione più violenta avviene da parte di alcune tribù coalizzate. E’ importante considerare che una di queste, quella di Core, è una famiglia levitica che evidentemente non accetta il privilegio sacerdotale accordato al clan di Aronne. Si giunge pertanto ad una vera e propria guerra civile

 

Il prezzo da pagare per il passaggio dalla religione clanica a quella etnico - nazionale è la delega alla classe sacerdotale delle funzioni rituali e alla tribù di Levi della cura e della tutela delle cose sacre. Questa delega, che affranca i leviti da qualsiasi altro lavoro, spiega sia la complessità dei culti sia il numero sovrabbondante dei sacrifici. Da questi infatti, e anzitutto dalle decime, i leviti traggono il loro sostentamento.

 

Il monoteismo mosaico coincide dunque con la centralizzazione del potere politico e religioso, vale a dire con una nuova struttura e organizzazione sociale che, identificando in Dio la matrice di entrambi i poteri, li rende inattaccabili se non al prezzo di una rappresaglia divina. La tensione tra la centralizzazione del potere e le tendenze autonomistiche tribali segnerà tutta la storia ulteriore del popolo ebraico.

Idee liberamente tratte dal Blog di Luigi Anepeta. Scritto titolato:Facci un Dio,

 

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