Gli psicologi oggi sono presenti in quasi tutti gli ambiti della vita sociale: nella scuola, nelle imprese, nei centri sanitari, ecc.; e in quasi tutti i momenti importanti della vita delle persone: il parto, le tappe critiche dello sviluppo, il discernimento vocazionale, le crisi della coppia, le situazioni traumatiche, la morte, ecc.
Questa “onnipresenza” degli psicologi è caratteristica di una società in crisi e con una concezione tecnologica della vita personale (quando vanno male le mie emozioni o le mie relazioni interpersonali, vado dal “tecnico” in persona affinché metta le cose a posto cosicché la macchina torni a funzionare), che attraversa tutti i settori della vita umana e penetra molte volte nella vita religiosa.
Però, quando si crede, cioè «quando si considera l’uomo come opera di Dio, si scoprono in lui due caratteristiche importanti per lo sviluppo e il valore della personalità cristiana: la sua somiglianza con Dio, che procede dall’atto creatore, e la sua filiazione divina in Cristo, manifestata attraverso la rivelazione.
In effetti, la personalità cristiana si rende incomprensibile se si trascurano questi dati, e la psicologia, soprattutto quella applicata, si espone sovente a incomprensioni ed errori se li si ignora. Poiché si tratta di fatti reali e non immaginari o supposti. Che questi fatti siano conosciuti attraverso la rivelazione non toglie nulla alla loro autenticità, perché la rivelazione mette l’uomo in grado di superare i limiti di una intelligenza limitata per abbandonarsi all’intelligenza infinita di Dio» (Allocuzione di Pio XII ai partecipanti del XIII Congresso Internazionale di Psicologia Applicata, 1958)
Martín F. Echavarría, Da Aristotele a Freud, saggio di storia della psicologia, D'Ettoris Editore, Crotone, 2016.