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14 ottobre 2017 6 14 /10 /ottobre /2017 05:42

 

Erano le 3.32 del mattino del 6 aprile 2009, quando una scossa di magnitudo 6,3 sprigionò tutta la sua potenza a L'Aquila e nei centri abitati vicini.

 

Una catastrofe che colse nel sonno me e migliaia di persone radendo al suolo case (anche la mia), monumenti, edifici storici, ospedali, università. 309 morti e migliaia di sfollati Molti non fecero in tempo ad accorgersi del pericolo e fuggire in strada. Il bilancio finale sarà un bollettino di guerra: 309 morti, 1.600 feriti e 80 mila sfollati.

 

Per tutta la notte e nelle settimane seguenti la terra continuò a tremare. Nelle 48 ore dopo la scossa principale, si registrarono altre 256 repliche, 150 nella sola giornata di martedì 7 aprile. L'epicentro fu individuato a 8 chilometri di profondità e a circa poco più di un chilometro dal centro dell'Aquila.

 

L'intero Centro Italia ha traballato, scosso dall'immane forza del sisma che ha devastato soprattutto l'Abruzzo ma che si è avvertito a Roma (perfino le Terme di Caracalla subirono lesioni), fino a Napoli.

 

Una città spettrale. (Ricordo quell'alba che non arrivava mai...e aggiungo che faceva freddo fuori in giardino e  il terreno, a tratti, sobbalzava sotto i piedi come un materasso ad acqua).

 

Alle prime luci del mattino del giorno seguente L'Aquila era sfigurata: diversi edifici monumentali e civili crollarono, tra cui la Casa dello Studente e il Palazzo della Prefettura. Gravemente danneggiati anche l'università dell'Aquila e l'ospedale San Salvatore. Oltre 10 miliardi di euro i danni stimati.

 

Il patrimonio storico-artistico, di cui era particolarmente ricca la città, era ferito a morte: tutte le chiese furono dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti assieme a palazzi storici come il Forte spagnolo, uno dei simboli della città.

 

Il sisma colpì duramente anche l'impianto produttivo e il tessuto imprenditoriale aquilano: molti negozi e attività commerciali chiusero. Colpite anche le aziende del polo tecnologico elettronico (come Alenia), con strutture operative inagibili.  Gli aquilani erano sotto choc.

 

L'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si recò immediatamente sul luogo del disastro promettendo agli aquilani che  ''nessuno sarebbe stato lasciato solo''. In quella stessa giornata annunciò la costruzione delle new town: 19 quartieri dormitorio per gli sfollati che rimasero però isolati e senza servizi.

 

Nell'agosto del 2009 la Protezione Civile fotografa la situazione: gli sfollati sono 48.818, di cui 19.973 presso 137 tendopoli (in 5029 tende), 19.149 in alberghi e 9.696 presso case private.    

 

Alla luce dei danni e delle vittime il sisma dell'Aquila è risultato il 5º terremoto più distruttivo in Italia in epoca moderna dopo quello di Messina del 1908, Avezzano del 1915, l'Irpinia del 1980 e il Terremoto del Friuli del 1976.  

 

(articolo su RAI News, senza nome trovato casualmente su web. L'autore non me ne voglia se lo copio, ma ho paura di dimenticare tanti particolari)

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