"Ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo,
se vuoi possederlo davvero"
Questa frase si trova nel Faust di W. Goethe (ed è citata spesso da Sigmund Freud).
Commento letterario
Faust è l'opera più famosa di Goethe ed era anche l'opera della sua vita: dai primi frammenti al termine della seconda parte dell'opera passarono 60 anni, in cui si susseguono varie versioni.
Faust è uno scienziato, insoddisfatto dei limiti del sapere umano che vende l'anima al diavolo per avere in cambio tutto quello che vuole, amore, gioventù e conoscenza dei segreti della vita.
Ma Goethe non vede in Faust il grande peccatore come lo voleva la tradizione popolare, per lui la volontà di Faust di sapere, di andare oltre è positiva e così alla fine Dio salva l'anima di Faust.
Il Faust di Goethe rappresenta l'umanità, la sua insofferenza dei limiti della coscienza e il tentativo di superarli è per Goethe "il più nobile delle aspirazioni dell'uomo" (commento di autore sconosciuto)
Commento di uno psicanalista
La psicoanalisi insegna che l'eredità che più conta non è fatta tanto di beni, di geni, di rendite o di patrimoni. Essa concerne le parole, i gesti, gli atti e la memoria di chi ci ha preceduti. Riguarda il modo in cui quello che abbiamo ricevuto viene interiorizzato e trasformato dal soggetto.
Nell'ereditare non si tratta dunque di un movimento semplicemente acquisitivo, passivo, come quello di ricevere una donazione. I nostri figli ereditano ciò che hanno respirato nelle loro famiglie e nel mondo e che hanno fatto proprio. La più autentica eredità consiste di come abbiamo fatto tesoro delle testimonianze che abbiamo potuto riconoscere dai nostri avi. (Massimo Recalcati, la Repubblica.it, 13/09/2013)
Commento libero
Non basta l'obbedienza supina alla dottrina della Chiesa, per cui si finisce per non sapere di cosa si sta parlando, cioè se raccontiamo fatti storici o miti, se trasmettiamo dottrine o credenze.
Bisogna cioè tornare alle origini. Bisogna riaffrontare i nodi della nostra fede: di quando e di come si è configurata.
- Va capito il periodo assiale quello del sesto-quinto secolo avanti cristo, quando si formarono le grandi religioni attuali, bibbia compresa per la penna dei grandi profeti e delle loro scuole.
- Va capito il resoconto dei primi discepoli (Vangeli e lettere) sull'insegnamento di Gesù, un insegnamento trasmesso in una lingua non loro, con immagini di uomini illetterati del primo secolo.
- Va capito il terzo-quarto secolo dopo cristo, quando furono innestate idee greco-latine in una setta giudaica sotto la guida di un potere per altri motivi interessato. E' allora che i Padri hanno configurato la Chiesa di oggi.
- Va capito cosa successe dopo il 1500 quando, a partire da Galileo, scompare il cielo, e la terra diviene prima tonda poi sempre più piccola, fino a diventare un sassolino in mezzo a miliardi di pianeti stelle galassie, e quando Lutero con tanti altri iniziarono a contestare le verità per autorità.
- Va capito infine quali sono le rivoluzioni che han sovvertito le nostre società e il nostro sapere. Non c'è stata solo Parigi, ma anche Kant e Nietzsche, Einstein e Freud, l'informatica e la biologia. E quindi, la relatività, la fisica quantistica, i viaggi interstellari, il concetto di evoluzione delle specie, l'archeologia che analizza il passato, la sociologia e la psicologia, il cinema la televisione e i telefonini, la biologia e la medicina, l'informatica nei suoi addendi più profondi, che vanno dalla modifica del sistema operativo umano (il DNA) all'intelligenza artificiale.
Un unum si va riformando, ma è ancora ben lontano, un unum altro dagli aristotelismi, dalla scolastica e dalle encicliche, uguale ma diverso. Dio c'è, c'è solo da capire dove sta, ora.
Stark nel suo libro "la scoperta di Dio" nell'esaminare la cultura come altro fattore causale della nascita della religione asserisce che
"le nuove culture non nascono dal nulla,
e tribù e società non inventano niente.
Le innovazioni sono opera di individui
o al massimo di piccoli gruppi".
Che abbian ragione gli Ebrei che attendono da sempre un sempre nuovo Messia, un pensiero libero che parla con autorità? Di certo abbiamo bisogno di veri teologi, cioè di qualche profeta e di meno talari.