Finalmente leggo un'analisi sensata sui risultati del voto del 4 marzo.
Finalmente un dirigente PD racconta cosa doveva essere e non è più la sinistra comunista, parla dei binari scomparsi, di un viaggio verso il potere anziché verso la giustizia sociale.
[...] Se si perde il sentimento che spinge in varie forme ad accorciare le distanze tra chi sta sotto e chi sta sopra, non esiste più la sinistra.
Tale sentimento può essere declinato in modi diversi: il moto rivoluzionario che tenta di conquistare il potere con la forza; il riformismo gradualista; il compromesso socialdemocratico; la collaborazione per il bene del proprio paese anche con gli avversari.
La questione, tuttavia, non riguarda la strada che si intende perseguire. Qualsiasi strada si scelga l'importanza è che essa sia vivamente alimentata da quella pressione interiore che non sopporta l'ingiustizia, l'offesa e la prevaricazione.
Goffredo Bettini, Dirigente nazionale Pd.
Articolo apparso su huffingtonpost.it l' 11/3/2018