Spiluccando qua e là su web, ecco una gustosa curiosità tratta dall'articolo "L'armonia del DNA" di Giuseppe Sermonti (www.aispes.net).
L’armonia della natura inizia dalle sue più segrete e minute strutture, inizia nell’invisibile e si rivela nell’eleganza e nella grazia delle forme visibili.
In natura il messaggio genetico genera catene di amminoacidi (proteine) attraverso un codice che somiglia all’I’ching[1].
Se la natura ha costruito il suo messaggio genetico (il DNA), mettendo in fila tante frasette eguali e poi lasciandole variare, essa ha prodotto composizioni chimiche del tipo della sonata. Infatti lo stesso messaggio, processato con un codice musicale, genera catene di note che si sistemano nel pentagramma a produrre suoni.
Che genere di suoni? Che sorta di musica?
Un genetista giapponese ha disposto queste notazioni sul pentagramma e ha rivelato musicalmente le armonie primordiali della vita. Susumu Ohno, con la collaborazione di Marty Jabara, musicista a Los Angeles, o della moglie Midori, ha preparato varie partiture, alcune pubblicate.
È una musica tonale, garbata, caratterizzata dalla ricorrenza di un tema musicale dominante e dalle sue variazioni. Qui ricorda Bach, là è limpidamente chopiniana. L’accompagnamento, in chiave di basso, è anche affidato al gusto musicale; e così il tempo. Tuttavia il vincolo imposto dal codice genetico rimane forte, e regola la struttura fondamentale del brano.
Il Notturno di Chopin è continuamente rievocato. Nell’ascoltarlo, al piano, si prova un’intensa commozione, come se la natura rivelasse una melodia chopiniana che da milioni e milioni di anni teneva serbata nel suo cifrario chimico; come se quella melodia, discesa dal mondo degli archetipi, avesse ispirato il moto delle dita del grande polacco su una tastiera incantata, in una notte del secolo scorso.
Il cifrario genetico del DNA attrae l’uomo moderno per la possibilità di intervenire sui geni alterati, di migliorare le razze animali o vegetali, di costruire il ciclopico catasto della nostra eredità. lo Denso che sia sommamente importante l’aver avvertito, in alcune striscioline della magica molecola, interne armonie, decorsi melodici, strutture ricorrenti. Se il cieco accidente avesse costruito le strutture viventi, senza una logica generativa e senza misura, l’esperimento di Ohno non sarebbe riuscito a nessuno; ascoltando dalla strada un pianoforte suonare, avrebbe detto: “È Chopin!”, mentre un pianista stava modulando sulla tastiera la partitura del DNA.
[1] Il Libro dei Mutamenti[2] (易經T, 易经S, YìjīngP, I ChingW[3]), conosciuto anche come Zhou Yi 周易 o I Mutamenti (della dinastia) Zhou, è ritenuto il primo dei testi classici cinesi sin da prima della nascita dell'impero cinese. È sopravvissuto alla distruzione delle biblioteche operata dal Primo imperatore, Qin Shi Huang Di