Papa Francesco avrebbe detto: "I migranti non sono numeri, serve il coraggio di abbattere ogni muro". Così titola oggi huffingtonpost.it.
Nel riportare questo titolo rammento anche quanto ha detto il Papa ai partecipanti al "Colloquio SantaSede-Messico sulla migrazione internazionale" giorni fa:
"Nel momento attuale, in cui la comunità internazionale è impegnata in due processi che condurranno ad adottare due patti globali, uno sui rifugiati e l'altro sulla migrazione sicura, ordinata e regolare, vorrei incoraggiarvi nel vostro compito e nel vostro sforzo affinché la responsabilità della gestione globale e condivisa della migrazione internazionale trovi il suo punto di forza nei valori della giustizia, della solidarietà e della compassione",
Io questo messaggio lo condivido, ma lo leggo diversamente dall'articolista di huffingtonpost e dai buonisti con o senza tonaca, lo leggo evidenziando i termini usati, quali migrazione sicura, giustizia, ordine, regolarità, solidarietà e compassione.
Oggi vedo solo prepotenza, a fin di bene ma prepotenza e ricatto. La stessa del povero Pannella, che digiunava con testardaggine perché gli dessero ragione, come se il fatto di mettere a rischio la propria vita rendesse il suo pensiero verità assoluta. Lo ritenevo un vero ricatto effettuato con prepotenza. E la prepotenza chiama prepotenza, lo si sa.
E' mai possibile che nessuno dia pari giudizio su quelle navi che stanziano ai confini della Libia?
- Per me non sono eroi, se prenderli significa mettere in croce quelli che poi li devono accudire. Non sono bravi, sono solo vigliacchi.
- E sono anche pericolosi perché alimentano false illusioni. Attraggono ingenui sognatori facilitando il salto del muro senza abbatterlo, li spostano dal peggio al più peggio