Migranti della Diciotti: un problema confuso e che crea confusione.
Confuso non per caso, infatti interessi politici alimentano sofismi velenosi e creano cortine nebbiose. Constato che nelle discussioni in corso salvataggio e accoglienza non vengono distinti, eppure non collimano.
Condivido che salvare un naufrago nel deserto (prima) o in mare (dopo) sia un dovere, ma salvare chi rischia sapendo di rischiare o almeno tentando di ricattarti (alla Pannella maniera, per intenderci) è pure un dovere?
Infine una volta salvati necessita accollarsi l'accoglienza.
L'accoglienza, che sia europea o meno ha poca importanza. Si continua ad equivocare con sterili contabilità (io ne ho mille più di te, tu meno, tu nessuno e così via), senza considerare che Italia e Europa sono spazi limitati e l'eccesso di buonismo può far capovolgere la nave europea (basta analizzare le fonti da cui si alimentano i "nuovi" partiti...!).
Piuttosto perché non considerano le due forme dell'accoglienza: regolare e irregolare?
Perché la domanda non diventa: ci possiamo permettere un'accoglienza indiscriminata?
La cosa certa, di cui prendere atto, è che l'immigrazione cui stiamo assistendo non è un fenomeno transitorio. Non si tratta del caso di questa o quella persona o di questo o quel territorio in guerra, l'ottica deve essere globale e globale deve essere la risposta. Una risposta che sia prodotta dal cervello, cioè in chiarezza, senza confusioni (regno dei furbi) o pietismi (che incancreniscono il male).