Ieri domenica XXXIV si è festeggiato il titolo di Re attribuito a Gesù.
Ma attribuendogli il titolo di Re non lo stiamo offendendo ed allontanandolo da noi?
E’ vero che sino a qualche decennio fa era un titolo di pregio ma oggi, di fatto, è solo un titolo come un altro per indicare una persona con carica apicale.
E’ pur vero che reportage televisivi e film ci raccontano di Re, di quelli della storia, defunti ed ormai personaggi di favole. Ma i re di oggi, quelli non democratizzati, li troviamo solo in paesi sottosviluppati dell’Africa o dell’Asia e certo non godono di buona fama, raccontati o come personaggi avidi e sanguinosi o come personaggi da commedia.
Dobbiamo renderci conto che i Re “potenti” sono stati resettati dal nostro vivere quotidiano, cioè o li releghiamo nel passato o li sbeffeggiamo. Eppure la Chiesa continua a vestirsi di stracci lisi e parole obsolete. L’effetto? Che tutto questo diventa distanza, teatro.