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1 aprile 2019 1 01 /04 /aprile /2019 17:21

 

La parabola del “figlio prodigo” riportata da Luca nel suo vangelo ha numerosi risvolti.

 

Per prima cosa tutti concordano che sia una narrazione originale di Gesù e non un escamotage didattico di Luca o del suo gruppo di ispirazione. Ciò posto vi sono parecchi livelli di interpretazione.

 

Parto l’interpretazione di Giovanni Marcotullio:

Quello che i due fratelli hanno in comune è che – a dispetto di un padre tanto meraviglioso – nessuno dei due riesce a concepirsi figlio, ma l’uno e l’altro si rapportano col proprio destino come con quello di uno schiavo.

L’uno sfuggendolo per dei presunti benefici, l’altro assoggettandovisi nella speranza di lucrarvi qualche vantaggio: la verità è che il minore cerca fuori casa ciò che il maggiore spera di ottenere senza muoversi, e che presso il padre questi ricerca le medesime cose che quegli fruga in compagnia delle prostitute.

Inoltre ciascuno dei due invidia l’altro, pensando almeno in qualche momento che tutto sommato l’altro “se la stia spassando”: il maggiore invidia al minore proprio l’esperienza dei lupanari; il minore invidia al maggiore il pane in abbondanza.

Tutti e due si rivolgono al genitore chiamandolo “padre”, ma nessuno comprende che cosa sia l’essere figli.

(Giovanni Marcotullio, Ott 23, 2018 su aleteia.org)

 

 

Questa lucida analisi mi richiama i primi due livelli della piramide di Malow, cioè la struttura dei bisogni che sono alla base del comportamento e dell’agire nell’uomo.

 

Infatti ogni persona è un insieme di diversi elementi, tendenze, credenze, etc. unificate in un’unica struttura di personalità, nella quale la motivazione risulta essere un elemento centrale. La motivazione è determinata da due elementi: le competenze, che rappresentano ciò che l’individuo è in grado di fare, e i valori personali, che rappresentano il nucleo di idee che guidano l’individuo nelle cose che comunemente svolge. Tali bisogni non sono isolati e a sé stanti, ma si dispongono in una gerarchia di dominanza e di importanza, che prende il nome di piramide.

 

Alla base dei 5 livelli dati alla piramide ci sono i bisogni fisiologici  seguiti dai bisogni di sicurezza. 

 

I bisogni fisiologici: sono i tipici bisogni di sopravvivenza (fame, sete, desiderio sessuale…). Secondo Maslow ogni bisogno primario serve da canale e da stimolatore per qualsiasi altro bisogno. 

Nella scala delle priorità i bisogni fisiologici sono i primi a dovere essere soddisfatti in quanto alla base di tali bisogni vi è l’istinto di autoconservazione, il più potente e universale drive dei comportamenti sia negli uomini che negli animali. Se in un individuo non trova soddisfazione di nessun bisogno, sentirà la pressione dei bisogni fisiologici come unica e prioritaria. Solo nel momento in cui i bisogni fisiologici sono soddisfatti con regolarità, allora ci sarà lo spazio per prendere in considerazione le altre necessità, quelle di livello più alto.

Il minore che si riaffaccia in casa, possiamo iscriverlo nella fascia dei bisogni fisiologici

 

I bisogni di sicurezza: i bisogni di appartenenza, stabilità, protezione e dipendenza, che giocano un ruolo fondamentale soprattutto nel periodo evolutivo, insorgono nel momento in cui i bisogni primari sono stati soddisfatti.

Anche questi bisogni danno forma ad alcuni comportamenti tipici, soprattutto di carattere sociale. La stessa organizzazione sociale che ogni comunità si dà a seconda della propria cultura, è un modo di rendere stabile e sicuro il percorso di crescita dell’individuo.

Il figlio maggiore ha bisogni di sicurezza.

 

Non condanno nessuno di questi due uomini, non posso scagliare la prima pietra, son peggio di loro, ma non posso non rilevare la figura del padre. Al centro del quadro c’è lui.

 

Non è il dio geloso, litigioso e umanoide dell’Olimpo. Non è il dio del Vecchio testamento, l’alleato di un popolo, il dio che ti misura i passi fatti di sabato.

E’ il Dio di Gesù, il Dio che non ti chiede conto di niente ma è solo felice di vederti comparire all’orizzonte, diretto verso di lui, ha un cuore grosso così, più di quanto si possa sperare. Non un rimprovero, gratuità allo stato puro.  

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