Paolo Flores D'Arcais esprime su huffingtonpost.it di oggi, 25 maggio 2019, il dubbio classico delle vigilie “a chi dare il voto?” e perché. Trovo che le sue considerazioni sono simili alle mie, certo Lui li esprime con molta più chiarezza e ci discostiamo lievemente nella decisione finale.
Flore D'Arcais constata una realtà spesso poco capita:
[...] Non votare non è tecnicamente possibile. Chi non si reca ai seggi o annulla la scheda o la lascia in bianco, crede di non votare, ma dal punto di vista della rappresentanza il suo “non voto” sanziona invece il voto degli altri.
Il suo dubbio:
[...] Cosa votare, allora, visto che sottrarsi al meccanismo di essere rappresentanti è un’illusione?
Conclude: […]
Personalmente non voterò “cosa”, ma voterò “chi”: voterò Xxxx Xxxx, come scritto nelle liste che ciascuno troverà affisse nei seggi della mia Circoscrizione.
Personalmente ho deciso di scegliere non una persona ma un partitino, un partitino con un minimo di significatività, al grido di "non potranno inorgoglirsi del mio voto"! Perché? Perché intendo abbassare il loro orgoglio sulle percentuali che percepiranno, perché pur facendo numero tra i votanti non sarò dei loro e, quindi, abbasserò la loro tracotanza.
Il mio ragionamento ha certo dei limiti, il più importante è sicuramente il breve respiro che darò ai gruppi italiani nel contesto europeo. Ma così facendo intendo esprimere la delusione che ho provato finora e che provo ancora ascoltando i loro programmi, non tanto per le parole quanto per i personaggi che ci propongono.