21 maggio 2019
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Quando l'età avanza sono tante le domande, ma una sopratutto spaventa, la solitudine del moribondo, quando chi nulla può non ci interessa e chi può tace. Perché? ...
[...] perché Dio taccia nel momento cruciale della morte; o, se parla, ci chiediamo perché non ne captiamo la parola, senza per questo dubitare né della sua esistenza né della sua presenza.
Il silenzio di Dio può però rimandare ad un’eventualità ancora più fondamentale: l’assenza e, in ultima analisi, la non esistenza di Dio.
Quel che noi chiamiamo silenzio di Dio sollecita dunque una duplice interrogazione, l’una concernente le ragioni per cui non percepiremmo, nel corso di questa fase ultima, alcuna parola proveniente da Dio, l’altra per chiedersi addirittura se tale assenza non sia segno di non esistenza.
Così la prova della morte è forse a tal punto totale, anche per il ”credente”, da implicare un confronto con la solitudine radicale ed eventualmente con la prospettiva del nulla. È forse su questa realtà che si fissa l’ultimo sguardo cosciente del vivente.
(P. De Locht, su Concilium 4/1992)