Spizzicando qui e là a volte ci si imbatte in parole che meglio di altre esprimono il tuo pensiero.
Quando suggerii ai miei amici di studiare per meglio capire in cosa credevano, due sante anime (dico sante perché veramente religiose) ebbero due risposte diverse ma simili.
• Uno citò le scritture “Dio istruisce anche nel sonno i suoi prediletti”,
• l'altra scrisse “benché interessato alla lettura culturale del vangelo - ne preferisco una piacevole risonanza nella mia vita. Sono molto pratico: o il vangelo ci serve per la vita concreta di ogni giorno o... non serve a niente o a ben poco.”
Davanti a queste prese di posizione mi sentii disarmato. Forse potevo condividere la seconda ma non la prima, essa mi ricordava una delle tre tentazioni del deserto.
Ricordo con fastidio la mia esperienza quando, da neo-pensionato, intrapresi gli studi universitari di teologia. Mi sentivo uno dei pochi interessati a quello che si diceva. Non ero li per fare punteggio per un posto da insegnante né ero li costretto, se volevo raggiungere il diaconato. E neppure ero una monaca che si accontentava di una cultura “sufficiente” per insegnare religione al ritorno al proprio paese. Questi erano i miei colleghi.
Ecco perché ho trovato “vero” l'articolo Cari laici, rompiamo il tabù della religione” di Riccardo Chiaberge (scrittore), apparso su “Il fatto quotidiano” nel sett 2010.
Riporto qui a seguire la parte più significativa dell'articolo:
La verità, a me sembra, è che la religione, per molti laici, è rimasto l’ultimo tabù. La generazione del Sessantotto ha infranto il tabù del sesso imposto da genitori ipocriti e bacchettoni. I figli e nipoti dei sessantottini sono stati allevati in famiglie dove la religione era un argomento proibito o rimosso, proprio come il sesso nelle famiglie degli anni Cinquanta. C’è un bigottismo, un puritanesimo laico, che respinge la problematica religiosa come pura superstizione, come un’eredità medievale, e in tal modo cede interamente il monopolio della spiritualità ai vari monsignor Fisichella e a Comunione e Liberazione.
Se volete, mi unisco al coro, d’ora in poi scrivo soltanto post contro Ratzinger, i preti pedofili, l’oscurantismo antiscientifico della Chiesa e le ingerenze clericali. L’ho già fatto tante volte in passato, nei miei articoli e nei miei libri, e sono pronto a rifarlo. Non mi costa nulla e raccoglierei solo applausi. Ma non sarebbe molto utile, visto che sul Fatto Quotidiano ci sono già numerose voci più autorevoli della mia che portano avanti questa battaglia.
E allora lasciatemi fare il Bastian Contrario. Datemi retta, bisogna rompere il tabù. Se non ci facciamo, anche noi laici e miscredenti, un po’ di cultura religiosa, se ci vergogniamo di entrare in una libreria delle Paoline peggio che in un sexy shop, se non ci sporchiamo le mani sfogliando i loro libri, i loro giornali, se continuiamo a dileggiare chi va in chiesa come un demente da sottoporre a terapia psichiatrica, non saremo mai in grado di contrastare il fondamentalismo. Anzi, faremo il gioco dei vari reverendi Jones. I cristiani e i cattolici, inclusi quelli democratici e liberali che sono più numerosi di quanto si pensi, ci vedranno come dei nemici e si ricompatteranno sotto le bandiere della Cei e di Cielle, o magari dei sindaci leghisti che imbullonano il crocifisso ai muri delle aule, invece di allearsi con noi nella battaglia per un paese più civile e più libero