Se «shopping» significa analizzare l’assortimento di possibilità, esaminare, toccare, maneggiare le merci in offerta, confrontarne il costo con il portafoglio o il residuo della carta di credito, metterne qualcuna nel carrello e lasciarne altre sugli scaffali, allora compriamo sia dentro che fuori i negozi; facciamo shopping per strada e a casa, al lavoro e in vacanza, da svegli e immersi nel sonno.
Qualsiasi cosa facciamo e qualsiasi nome assegniamo alla nostra attività, è una sorta di shopping, un’attività modellata su quella dello shopping. Il codice in cui è ascritta la nostra «politica della vita» deriva dalla pratica dello shopping.
Lo shopping non concerne semplicemente l’acquisto di beni alimentari, scarpe, automobili o elettrodomestici. L’avida, infinita ricerca di nuovi e migliori esempi e ricette di vita è anch’essa un tipo di shopping, e anche di enorme importanza, alla luce del doppio monito che la nostra felicità dipende dalla competenza personale, ma che siamo (come afferma Michael Parenti) personalmente incompetenti, o non competenti come dovremmo e potremmo se solo ci sforzassimo di più.
Ci sono moltissime aree nelle quali dobbiamo essere più competenti, e ciascuna di esse è un invito a «fare shopping».
Facciamo shopping per cercare i
• mezzi necessari a guadagnarci da vivere e i modi per convincere potenziali datori di lavoro che li possediamo;
• il tipo di immagine che ci piacerebbe avere e i modi per far credere agli altri che siamo ciò che appariamo;
• modi di fare nuove amicizie e di liberarci di quelle vecchie che non desideriamo più;
• modi per attirare l’attenzione e modi per sfuggire all’occhio indagatore;
• modi per trarre il massimo godimento dall’amore e modi per evitare di diventare «dipendenti» dal partner amato o che ci ama;
• modi per conquistare l’amore della persona amata e il modo meno costoso per troncare una relazione allorché l’amore svanisce;
• i migliori espedienti per risparmiare denaro per i giorni bui e il modo più conveniente di spenderlo ancor prima di averlo guadagnato;
• le risorse per fare più velocemente ciò che va fatto e nuove cose da fare per impiegare il tempo che ci avanza;
• gli alimenti più prelibati e la dieta più efficace per annullarne le conseguenze;
• gli amplificatori hi-fi più potenti e le pillole antiemicrania più efficaci.
La lista della spesa non finisce mai. E tuttavia, per quanto lunga tale lista possa essere, il modo di dissociarsi dallo shopping non vi figura. E la capacità maggiormente necessaria nel nostro mondo di fini palesemente infiniti è quella di essere degli acquirenti abili e infaticabili.
(Zygmunt Bauman, Modernità liquida, Laterza 2011)