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16 agosto 2019 5 16 /08 /agosto /2019 09:48



Non credo che la festa della assunzione sia una festa squisitamente Mariana o che, come da comune interpretazione, addirittura alluda ad un concetto femminista cattolico. Io credo che l'insegnamento della liturgia di ieri debba essere incentrato sulla lettura di San Paolo, cioè sul capitolo 15 della prima lettera ai Corinzi. In quel  capitolo Paolo spiega che cosa ci aspetta dopo la morte, cosa ognuno di noi può aspettarsi in base la nostra fede di cristiani.

Noi sardi abbiamo l'abitudine di farci gli auguri di lunga vita in occasione del Ferragosto ("a zent'anni", è l'augurio che ci scambiamo) e così facendo diamo una valenza temporale a questa festa. Personalmente condivido questa significato temporale.

Tre sono i fatti principali della nostra fede: Dio che si fa uomo, Dio che ci redime diventando la nostra porta d'ingresso e, infine, la speranza che si fa concreta di avere un dopo con lui.

La festa dell'assunzione dà concretezza  a questa speranza, ci viene proposta come la prima realizzazione di questo sogno. Non è stato solo Gesù a salire in cielo, a ritornare da dove era venuto, ma già una persona, persona come noi, sarebbe con lui.

Trovo che le altre due letture del giorno siano meno importanti, che siano semplicemente spiegazioni dottrinali alla posizione privilegiata ricosciuta a questa donna a partire dal IV secolo. Con le parole di Luca ci rammenta l'atto centrale per cui fu scelta e l'esemplare sua accettazione del ruolo, mentre con il brano dell'Apocalisse sottolinea in maniera immaginifica l'importanza dell'accadimento cui Maria fu chiamata a partecipare.

Pertanto trovo questa festa non sia tanto per onorare Maria quanto per ravvivare la nostra speranza.

Speranza in un futuro ormai molto offuscato. Mi riferisco in particolare alle teorie che oggi creano dubbi sul futuro che ci attende. Rammento i rilievi del Culmann, sulla nostra dipendenza mentale da Platone piuttosto che della tradizione biblica. E ancora la teoria teologica tra i due tempi, cioè cosa succede tra la morte e la Parusia. Alle teorie scientifiche moderne sul tempo che non esisterebbe o almeno che sia relativo.

Ma per i primi cristiani non era così. L'attesa del giudizio finale, il ritorno di Cristo era la novità insita nella nuova religione. E l'aspettavano da vivi. Ma non arrivò e ancora non arriva. Eppure  che ci sarà la fine del mondo e che ci sarà il Giudizio finale è dogma di fede.

Perciò sorsero tante teorie, e continuano a spuntare e quel sogno si offusco', ma la morte è ancora lì.

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  • : Blog di Piero Azzena
  • : Questo blog è solo la mia voce, resa libera dall'età. Questo blog è un memo, seppur disinvolto nei tempi e nei modi, dove chioso su argomenti la cui unica caratteristica è l'aver attirato la mia attenzione. Temi esposti man mano che si presentano, senza cura di organicità o apprensione per possibili contraddizioni. Temi portati a nudo, liberi da incrostazioni , franchi e leali.
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