Gnoseologia
La prima pagina della Filosofia, la più affascinante
Libera rielaborazione dell’articolo di Wikipedia sulla Gnoseologia).
La gnoseologia (dal greco gnòsis, «conoscenza», + lògos, «discorso»), chiamata anche teoria della conoscenza, è quella branca della filosofia che studia la natura della conoscenza.
In particolare, così come si è consolidata nell'età moderna ad opera della speculazione filosofica di Kant, la gnoseologia si occupa dell'analisi dei fondamenti, dei limiti e della validità della conoscenza umana, intesa essenzialmente come relazione tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto.
[Nell'ambito della cultura anglosassone la teoria della conoscenza è chiamata anche e soprattutto epistemology, laddove in Italia con il termine epistemologia si designa essenzialmente quella branca della gnoseologia che si occupa della conoscenza scientifica o, in un senso ancora più specifico, la filosofia della scienza].
Principali branche della gnoseologia
Alla luce dei diversi approcci che storicamente hanno affrontato il problema della conoscenza, la gnoseologia è suddivisibile principalmente nelle seguenti branche, spesso reciprocamente incompatibili tra di loro:
- Realismo, per il quale la realtà esiste indipendentemente dal soggetto conoscente: nella disputa sugli universali, ad esso veniva ricondotta la dottrina di Aristotele, ma sotto certi aspetti anche la teoria platonica delle idee;[23]
- Nominalismo, che nega consistenza ontologica ai principi conoscitivi dell'intelletto;
- Empirismo, secondo cui la conoscenza deriva esclusivamente dai sensi o dall'esperienza;[24]
- Razionalismo, per il quale viceversa la ragione è la fonte di ogni nostra conoscenza sul mondo;
- Criticismo, a metà tra i due indirizzi precedenti, per cui la ragione svolge un ruolo fortemente attivo nel processo di conoscenza, ma non può prescindere dall'esperienza sensibile;[25]
- Idealismo, solitamente contrapposto al realismo, che nega autonomia ontologica alla realtà fenomenica, ritenendola il riflesso di un'attività interna al soggetto;
- Scetticismo, per il quale è impossibile raggiungere una qualsivoglia verità;
- Dogmatismo, contrapposto allo scetticismo, convinto che esista una corrispondenza tra le strutture intellettive del soggetto e quelle metafisiche della realtà;[26]
- Fenomenologia, che pone l'accento sulle modalità con cui il soggetto si rapporta intenzionalmente ad un oggetto, indipendentemente dall'esistenza reale di quest'ultimo;[27]
- Costruttivismo, che considera il mondo come il risultato dell'attività costruttrice delle nostre strutture conoscitive;
- Psicologismo, per il quale non solo ogni forma di conoscenza, ma anche le leggi logiche e matematiche sarebbero riconducibili ad istanze soggettive di natura esclusivamente psicologica.
Personalmente e convintamente aggiungerei, due nuove branche, che confermano le intuizioni teoriche di Kant e danno possibilità di confronto, e quindi concretezza, a tanto dire in due millenni e mezzo di civiltà filosofica:
- Neuroscienze, che analizzano il cervello umano per capirne le funzioni e la formazione
- L’intelligenza artificiale, come parametro di confronto molto simile al nostro cervello.
Attuale posizione della Filosofia contemporanea sul tema gnoseologico.
Dopo Kant, con la nascita dell'idealismo tedesco la gnoseologia sembrò prendere il sopravvento sull'ontologia, anche se in Fichte e Schelling queste due discipline si mantengono pur sempre su un livello paritario, poiché l'Idea da cui essi fanno scaturire il reale è coglibile ancora soltanto con un atto intuitivo (assimilabile all'Uno neoplatonico).
Sarà con Hegel che l'ontologia risulterà definitivamente assorbita dalla Gnoseologia. Hegel infatti costruì un sistema Logico che aveva la pretesa di essere anche ontologico. Le categorie conoscitive, che in Kant erano puramente "formali", diventano insieme "forma e contenuto": sono cioè categorie logiche-ontologiche. Hegel si trova quindi agli antipodi di Parmenide e Plotino: la conoscenza per lui non avviene a livello immediato e intuitivo, ma è il frutto di una mediazione razionale, è il risultato cioè di un processo con cui la ragione arriva a dedurre da sé tutta la realtà. Fu l'apoteosi della gnoseologia.
Solo nel Novecento Heidegger cercò di ridare la supremazia all'ontologia, affermando che l'Essere non può mai essere ridotto ad oggetto, perché esso sempre ci trascende. Presumere di poterlo dedurre razionalmente, dandogli un predicato, è stato l'errore fondamentale della metafisica occidentale.
Ma la gnoseologia era giunta ormai ad un punto di svolta, presumendo finalmente di trovare nel sapere scientifico quella garanzia di certezza e oggettività che era stata a lungo inseguita dalla filosofia; e d'altro lato separava nettamente questo sapere dai contenuti della metafisica, a cui Kant per primo aveva negato quelle caratteristiche che ai suoi occhi apparivano come la chiave di successo della fisica e della scienza moderne. Per un verso il dibattito si è trasferito così in ambito strettamente epistemologico, dando luogo al positivismo ottocentesco e quindi ai vari indirizzi della filosofia analitica, sostanzialmente eredi della tradizione empirista anglosassone; per altro verso permane l'ambito della cultura umanistica, artistica e letteraria, separato da quello scientifico da una profonda linea di demarcazione, radicato nell'Europa continentale, portatore delle istanze idealistiche, romantiche, e infine esistenzialiste.