Venerdì 26 marzo, ore 18, in piazza San Pietro, presente il “crocifisso miracoloso” della peste di Roma del 1522, si è tenuta una processione in forma moderna contro la peste dei nostri giorni, il coronavirus che ci sta tormentando.
E’ stato uno spettacolo emozionante.
Ma dopo giorni, quando l'emozionalità si va spegnendo, mi rendo conto di aver visto un bel film, come tanti.
- Una location impareggiabile, ben valorizzata da un'accorta regia casualmente coadiuvata dal temporale.
- Una splendida fotografia a supporto di un cerimoniale simbolico che si ripete immutato da secoli e che dava consistenza all'episodio della barca, raccontato da Marco e re-interpretato per l'occasione.
Tutto eccessivo, troppo perfetto, troppo parlante.
Eccessive anche le parole di papa Francesco:
- parla di fede ma non parla dei neocatecumenali di Salerno, cioè dei perimetri della fede ingenua;
- sottolinea i tanti episodi di generosità laica, di professionalità ed empatia in questi funesti giorni, ma poi travalica verso significati che forse quegli atti non hanno.