Io condivido quest'articolo di Peppino Caldarola. Ma quanti saremo?
Vademecum anti-spudorati per il dopo emergenza
[di Peppino Caldarola, lettera43.it, 3 aprile 2020]
Passerà, perché passerà anche questa nuttata, e lo scontro politico dopo l’emergenza Covid-19 riprenderà con maggiore ferocia.
Ovviamente tutti hanno diritto di parlare. Alcune forze politiche, ammettendo i propri errori, possono però legittimamente dire con chi non si vuol parlare.
.
Fornisco un piccolo vademecum:
CHI HA SOSTENUTO LA SANITÀ PRIVATA A SCAPITO DI QUELLA PUBBLICA
• Non bisogna parlare con i sostenitori della sanità privata da finanziare come se non meglio di quella pubblica.
• Non bisogna parlare con i detrattori del Sud. Oggi un giornale di destra proponeva un lanciafiamme per un assembramento napoletano (sbagliatissimo), e non per uno contemporaneo genovese.
• Non bisogna parlare con quelli del «Sud palla al piede».
o Roma ha più ospedali Covid-19 di Milano.
o Al Cotugno di Napoli non è morto un medico.
o L’idea del professor Paolo Ascierto sugli antiartritici è stata geniale,
o il contributo che Ilaria Capua sta dando per pacificare scientificamente il Paese è ascoltabile su tutte le reti tivù.
o Nel team dell’università di Pittsburgh che sta sperimentando un vaccino c’è anche un ricercatore italiano, Andrea Gambotto, che lavora negli Usa da 25 anni ma che è originario di Bari. Ha studiato nel mio liceo scientifico e non vede l’ora di tornare a visitare i suoi genitori e di andare al San Nicola per tifare «la Bari».
NON DIMENTICHIAMO CHI PER 20 ANNI HA GOVERNATO LA LOMBARDIA
• Non bisogna parlare con quelli che la bandiera nazionale volevano usare come carta igienica.
• Non bisogna parlare con chi da 20 anni governa la Lombardia e ora si lamenta con quel povero disgraziato di Giuseppe Conte che deve mette mano a due decenni di malgoverno.
• Non bisogna parlare con chi voleva cacciare i migranti per poi scoprire che quest’anno non si faranno raccolti perché i ragazzi della Lega sono con Matteo Salvini in birreria e senza senegalesi nei campi si resta senza frutta e pomodori.
• Non si parla con chi ha votato in parlamento che una certa disinvolta signorina era la nipote di Mubarak e ora protesta sulla “qualunque” (vero Giorgia Meloni?).
• Non si parla con gli amici di Viktor Orban. Siamo e restiamo democratici.
.
Insomma siamo in una fase in cui i partiti politici devono fare una grande autocritica (la sinistra lo fa da anni e se se lo dimentica ci pensa Pigi Battista a guardare agli errori della sola sinistra). Una stampa libera può ricordare a ciascuno le maggiori contraddizioni.
.
L’obiettivo? Dire agli italiani: «Non date il Paese in mano a chi ha prodotto sul piano culturale, politico e sociale danni tanto irreversibili».