Nessuno di noi, in quanto soggetto pienamente umano, è mai il solo presente nel suo ambiente. E siccome ... accade per tutti noi, ciascuno sperimenta incorporazioni e plasticità di tutti gli altri.
È così già nella vita prenatale, durante l’accudimento primario, e poi via via lungo l’intero percorso multidimensionale della socializzazione (famiglia, scuola, gruppo dei pari, organizzazioni ecc.). Per non parlare degli influssi esercitati dall’intero genere umano, attraverso le modifiche sull’ambiente e sulla conoscenza che ci troviamo a condividere.
Ecco allora che nell’oggetto di studio della neuroscienza cogliamo ancor meglio la proprietà della socialità. Ogni nostro rapporto col mondo, persino con noi stessi in quanto parte del nostro mondo, è immediatamente un rapporto con tutti gli altri, per il solo fatto di passare attraverso l’oggetto precipuo della neuroscienza, cioè una mente innervata in un esteso contesto strutturato e strutturante.
[Cerroni A., Neuroetica e teoria sociale: oltre il soffitto di cristallo della nostra immaginazione]