Questi giorni ho letto il libro di Massimo Franco “L’enigma Bergoglio. La parabola di un papato.” Edito da Solferino, settembre 2020.
Wikipedia definisce così la figura del giornalista: “Il giornalista è un professionista del settore dell'informazione che si occupa di scoprire, analizzare, descrivere e scegliere notizie per poi diffonderle.”
Personalmente stimo Massimo Franco, giornalista intelligente, sempre equilibrato nei modi e questo saggio sul Vaticano e su papa Francesco ne è un limpido esempio.
Però, e non certo per colpa di Massimo Franco, mentre leggevo il libro non potevo non pensare al mio amico Ori Efrem e al suo libro su papa Francesco*, al suo e all’entusiasmo di tanti in quel 13 marzo del 2013 quando Bergoglio fu eletto. Tutte speranze su cui questo libro e la realtà dei fatti, che enumera e racconta, riversano una doccia fredda, ghiacciata.
Un saggio che raccoglie come un almanacco le mille notizie di questi sette anni di pontificato. Notizie di cui ci hanno riempito le cronache quotidiane sul Vaticano, tolda di comando della cattolicità, notizie caotiche che se ordinate fanno emergere le linee di fondo, cioè illustrano le attività in essere, dalle debolezze della catena di comando, agli scandali economici, alle politiche poco religiose che vi si svolgono.
Quando ho chiuso l’ultima pagina, in bocca m’è restato uno sapore amaro, sgradito. Quant’era bello il sogno di Efrem.
PS: Ori Efrem, morto da qualche mese, era un mio amico di scuola, che scrisse un libro di cui ci omaggiò nel novembre del 2004.
In questo libro Efrem sognava una Chiesa diversa e arrivò anche ad ipotizzare un papa che prendesse il nome di Francesco.
Dieci anni dopo un papa prese questo nome di Francesco. A volte ci sono sogni profetici. Ma il sogno di Efrem non era solo un nome… al momento solo questo è avvenuto e il saggio di Massimo Franco lo dimostra.