Due riflessioni sulla liturgia della festa odierna di “tutti i santi”.
La prima lettura dall’Apocalisse (Ap 7,2-4.9-14)
Il covid-19 ci sta insegnando che perché qualcosa sia “vero” non necessariamente deve rientrare nella fascia in cui lavorano i nostri sensi.
I nostri sensi, infatti, potenziati dalla tecnologia ci han resi consci ormai di tante presenze che non conoscevamo. Le intuizioni degli scienziati di questi ultimi due secoli sono tante e rasentano ormai la fantascienza (il Dna, i quanti, i viaggi nello spazio, la medicina, il web etc.) con buona pace dei negazionisti.
Oggi mentre ascoltavo la lettura dell’apocalisse di Giovanni riflettevo su questo e mi ponevo la domanda se Giovanni nella sua visione apocalittica fosse un narratore alla Asimov maniera o uno scienziato serio, saturo di matematica e con il letto sistemato tra macchinari ipertecnologici. Io sto per la seconda ipotesi, poiché penso che la fede, pur nel suo linguaggio immaginifico e datato, sia anch’essa uno strumento di conoscenza.
La terza lettura (Mt 5,1-12°)
Il secondo pensiero si è fermato sulle beatitudini e sull’interpretazione che mi sono dato su di esse. Dietro le beatitudini ho sempre intravisto nove pennellate con cui Matteo disegna il suo perfetto cristiano (il santo), quello che lo Spirito l'ha portato a immaginare.
Argomento oggi molto di moda viste le due posizioni che travagliano la cristianità di oggi, la contrapposizione tra conservatori e modernisti, tra teologi della vecchia scuola e sudamericani fautori della “teologia della liberazione”.
Ecco come traducevo in linguaggio attuale “il beato” secondo Matteo nel febbraio del 2017:
- E' persona limpida, nel cui cuore e nelle cui parole non c'è inganno
(8: i puri di cuore).
- E' persona di indole mite, attenta e disponibile ai bisogni degli altri sempre pronta a mettere a disposizione le sue doti di mediazione
(5: i miti - 7: i misericordiosi - 9: gli operatori di pace).
- E' persona con un pronunciato senso di equità sociale, equità che difende strenuamente, ma è anche persona affidabile perché fedele alle proprie scelte a costo di giocarsi reputazione e vita
(6: gli affamati di giustizia - 10: i perseguitati per la giustizia - 11: i perseguitati per la fede).
- Uomo per il quale benessere, denaro e potere sono mezzi non obiettivi Uomo che crede e attende, non piegato nella sua fiducia neanche dai mali, conscio che la salute e la sfortuna passeranno, non son tutto
(3: i poveri - 4: chi è nel pianto).