Giorni fa trovai un curioso commento all’ “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco. Pertanto mi ci dedicai per capirne il messaggio. Infatti i commenti presentano questa “esortazione apostolica” come l’esposizione del suo programma di lavoro.
Il documento risale al novembre del 2013, a quando erano trascorsi circa otto mesi dalla sua elezione a Vescovo di Roma, a Papa della Chiesa Cattolica.
I capitoli che compongono il documento sono cinque, quattro suonano in linea con i predecessori, ma il quarto capitolo si discosta, è un vento nuovo che viene dal Sud-america. Soprattutto si esce dal “come siamo eletti noi” per entrare nel “a cosa serviamo noi”.
Ecco le parole con cui papa Francesco conclude il quarto capitolo (#258):
A partire da alcuni temi sociali, importanti in ordine al futuro dell’umanità, ho cercato ancora una volta di esplicitare l’ineludibile dimensione sociale dell’annuncio del Vangelo, per incoraggiare tutti i cristiani a manifestarla sempre nelle loro parole, atteggiamenti e azioni.
Parole che credo di poter così tradurre:
Il Vangelo, il kerigma di Cristo, ha una dimensione sociale “ineludibile” per il futuro dell’umanità e io intendo “incoraggiare”, cioè spingere i cristiani verso un impegno vero, fatto di parole, di atteggiamenti e anche azioni.
Mentre leggevo questo capitolo mi tornava alla memoria il libro di Helder Camara “Roma alle due del mattino. Lettere dal concilio Vaticano II”, Ed San Paolo, 2008. Un libro acquistato casualmente nel 2017, in una svendita, ma illuminante per capire come la teologia della Liberazione sia entrata in Vaticano, curvando verso di se il pensiero dei duemila sapienti padri conciliari, fino ad arrivare a intronizzare un suo papa.
Condivisibile? Certo l’argomento è complicato e il buonismo non giustifica tante cose, non si può far “male” a tanti per far “bene” a uno, pertanto alcuni punti ancora non mi sono chiari, e trovo che ci sia tanto da mettere a punto. E ogni popolo ha una sua cultura.
Ho trovato interessante, però, l’utilizzo da parte di Francesco di un termine nuovo per indicare i “poveri”, prima ancora che questo termine diventasse popolare per via del covid. Mi riferisco al termine “fragili”. Mi piace come sinonimo di poveri. Trovo che i poveri raccontati dai vangeli sono esattamente i nostri fragili, nessuno controlla il loro borsellino. La nostra empatia nei loro riguardi non dipende né dai soldi, né dalla cultura, né dalla pulizia.
PS: riporto qui a seguire delle frasi significative dal capitolo quarto
▪ Evangelizzare è rendere presente nel mondo il Regno di Dio. #176
▪ Nel cuore stesso del Vangelo vi sono la vita comunitaria e l’impegno con gli altri… non possiamo realizzarci né salvarci da soli #177
▪ Ciò che esprimono questi testi è l’assoluta priorità dell’ « uscita da sé verso il fratello » come uno dei due comandamenti principali che fondano ogni norma morale e come il segno più chiaro per fare discernimento sul cammino di crescita spirituale in risposta alla donazione assolutamente gratuita di Dio #179
▪ Leggendo le Scritture risulta peraltro chiaro che la proposta del Vangelo non consiste solo in una relazione personale con Dio… Dunque, tanto l’annuncio quanto l’esperienza cristiana tendono a provocare conseguenze sociali. #180
▪ I Pastori, accogliendo gli apporti delle diverse scienze, hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone, dal momento che il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano. Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito privato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo …la conversione cristiana esige di riconsiderare « specialmente tutto ciò che concerne l’ordine sociale ed il conseguimento del bene comune » #182
▪ Nessuno può esigere da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società civile, senza esprimersi sugli avvenimenti che interessano i cittadini. Chi oserebbe rinchiudere in un tempio e far tacere il messaggio di san Francesco di Assisi e della beata Teresa di Calcutta? Essi non potrebbero accettarlo. Una fede autentica – che non è mai comoda e individualista – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra….
Sebbene « il giusto ordine della società e dello Stato sia il compito principale della politica », la Chiesa « non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia. Tutti sono chiamati a preoccuparsi della costruzione di un mondo migliore. Di questo si tratta, perché il pensiero sociale della Chiesa è in primo luogo positivo e propositivo, orienta #183
▪ Questo non è un documento sociale, e per riflettere su quelle varie tematiche disponiamo di uno strumento molto adeguato nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, il cui uso e studio raccomando vivamente #184
Le due grandi questioni:
- l'inclusione sociale dei poveri
- la pace e il dialogo sociale
▪ La solidarietà è una reazione spontanea di chi riconosce la funzione sociale della proprietà e la destinazione universale dei beni come realtà anteriori alla proprietà privata.
Il possesso privato dei beni si giustifica per custodirli e accrescerli in modo che servano meglio al bene comune, per cui la solidarietà si deve vivere come la decisione di restituire al povero quello che gli corrisponde #189
▪ Rispettando l’indipendenza e la cultura di ciascuna Nazione, bisogna ricordare sempre che il pianeta è di tutta l’umanità e per tutta l’umanità, e che il solo fatto di essere nati in un luogo con minori risorse o minor sviluppo non giustifica che alcune persone vivano con minore dignità. Bisogna ripetere che « i più favoriti devono rinunciare ad alcuni dei loro diritti per mettere con maggiore liberalità i loro beni al servizio degli altri #190
▪ Giacomo si mostra erede della maggiore ricchezza della spiritualità ebraica del post-esilio, che attribuiva alla misericordia uno speciale valore salvifico: « Sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità » (Dn 4,24). … Questa verità penetrò profondamente la mentalità dei Padri della Chiesa ed esercitò #193
▪ È un messaggio così chiaro, così diretto, così semplice ed eloquente, che nessuna ermeneutica ecclesiale ha il diritto di relativizzarlo.
- Perché complicare ciò che è così semplice? Gli apparati concettuali esistono per favorire il contatto con la realtà che si vuole spiegare e non per allontanarci da essa
- Perché oscurare ciò che è così chiaro? Non preoccupiamoci solo di non cadere in errori dottrinali, ma anche di essere fedeli a questo cammino luminoso di vita e di sapienza #194
▪ Quando san Paolo si recò dagli Apostoli a Gerusalemme per discernere se stava correndo o aveva corso invano (cfr Gal 2,2), il criterio-chiave di autenticità che gli indicarono fu che non si dimenticasse dei poveri (cfr Gal 2,10). Questo grande criterio, affinché le comunità paoline non si lasciassero trascinare dallo stile di vita individualista dei pagani, ha una notevole attualità nel contesto presente, dove tende a svilupparsi un nuovo paganesimo individualista. La bellezza stessa del Vangelo non sempre può essere adeguatamente manifestata da noi, ma c’è un segno che non deve mai mancare: l’opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via. #195
▪ Per la Chiesa l’opzione per i poveri è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica […] La nuova evangelizzazione è un invito a riconoscere la forza salvifica delle loro esistenze e a porle al centro del cammino della Chiesa.
Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro #198
▪ Quello che lo Spirito mette in moto non è un eccesso di attivismo, ma prima di tutto un’attenzione rivolta all’altro « considerandolo come un’unica cosa con se stesso ». […] L’amore autentico è sempre contemplativo, ci permette di servire l’altro non per necessità o vanità, ma perché è bello, al di là delle apparenze. […] Il povero, quando è amato, « è considerato di grande valore », e questo differenzia l’autentica opzione per i poveri da qualsiasi ideologia, da qualunque intento di utilizzare i poveri al servizio di interessi personali o politici #199
▪ La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale. L’immensa maggioranza dei poveri possiede una speciale apertura alla fede; hanno bisogno di Dio. #200
Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale […] Temo che anche queste parole siano solamente oggetto di qualche commento senza una vera incidenza pratica. Nonostante ciò, confido nell’apertura e nelle buone disposizioni dei cristiani, e vi chiedo di cercare comunitariamente nuove strade per accogliere questa rinnovata proposta. #201
▪ Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e aggredendo le cause strutturali della inequità, non si risolveranno i problemi del mondo e in definitiva nessun problema. L’inequità è la radice dei mali sociali. #202
▪ Quante parole sono diventate scomode per questo sistema! Dà fastidio che si parli di etica, dà fastidio che si parli di solidarietà mondiale, dà fastidio che si parli di distribuzione dei beni, dà fastidio che si parli di difendere i posti di lavoro, dà fastidio che si parli della dignità dei deboli, dà fastidio che si parli di un Dio che esige un impegno per la giustizia. Altre volte accade che queste parole diventino oggetto di una manipolazione opportunista che le disonora. La comoda indifferenza di fronte a queste questioni svuota la nostra vita e le nostre parole di ogni significato #203
▪ Lungi da me il proporre un populismo irresponsabile, ma l’economia non può più ricorrere a rimedi che sono un nuovo veleno, come quando si pretende di aumentare la redditività riducendo il mercato del lavoro e creando in tal modo nuovi esclusi. #204
▪ L’economia, come indica la stessa parola, dovrebbe essere l’arte di raggiungere un’adeguata amministrazione della casa comune, che è il mondo intero #206
▪ La mia parola non è quella di un nemico né di un oppositore. Mi interessa unicamente fare in modo che quelli che sono schiavi di una mentalità individualista, indifferente ed egoista, possano liberarsi da quelle indegne catene e raggiungano uno stile di vita e di pensiero più umano, più nobile, più fecondo, che dia dignità al loro passaggio su questa terra. #208
▪ tutti noi cristiani siamo chiamati a prenderci cura dei più fragili della Terra. Ma nel vigente modello “di successo” e “privatistico”, non sembra abbia senso investire affinché quelli che rimangono indietro, i deboli o i meno dotati possano farsi strada nella vita. #209
▪ I migranti mi pongono una particolare sfida perché sono Pastore di una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti. Perciò esorto i Paesi ad una generosa apertura…#210
▪ Come esseri umani non siamo dei meri beneficiari, ma custodi delle altre creature.#215