Condivido quello che scrive Schillebeeckx
"Quando c'è conflitto tra la fede e la scienza, è la « fede» che deve cedere, per la buona ragione che in tal caso non può trattarsi della vera fede, ma soltanto d'uno schema di rappresentazione, d'un rivestimento della fede. Formalmente parlando, cioè quando la scienza è realmente scienza - e talvolta si può averne l'evidenza irrefutabile - essa ha ragione. [Dio è l'Uomo, EDP 1967]
E anche per me, come scrive Charles A. Hauser nel suo libro "Divenire Anima" [ed il ciliegio, 2017] i settori scientifici più coinvolti nel rapporto con la fede e che meritano questa attenta e sincera riflessione da parte dei "fedeli" d'ogni religione sono la genetica, la neurologia e la meccanica quantistica:
- Recentemente la concezione di materia è radicalmente cambiata.
Oggi la fisica propone una visione globale e dinamica che considera la materia non più come massa statica, grezza, fissa e inerte, bensì dotata di energia e potenzialità evolutiva.
- La biologia, e la genetica al suo interno, è tesa a scoprire come il nostro “codice genetico” ha non solo delle potenzialità per la cura delle malattie, ma anche, come tale codice, che è una “firma unica” di ogni individuo, forse contiene un altro codice, ossia la materializzazione di quello che più avanti chiamerò frequenza energetica o codice dell’anima.
- Le neuroscienze invece non indagano solo gli aspetti legati al cervello, ma si stanno ponendo ben altro traguardo. Quello di rispondere a due domande:
- Qual è la natura della coscienza?
- Come fanno i contatti neurali a originare pensieri e sentimenti?
Anche qui due diversi pensieri: da un lato i “funzionalisti” (riduzionisti, fisicalisti, materialisti), che considerano l’esperienza conscia come una proprietà che emerge a un livello critico della complessità computazionale, dall’altra i “fondamentalisti”, che ritengono ingrediente necessario per l’emergere della coscienza un fattore protoconscio intrinseco alla realtà stessa, un elemento “non fisico”. Qui si annoverano i pan-psichisti, i pan-evoluzionisti e i pan-protopsichisti, i quali vedono la coscienza come fenomeno non comprendibile dalla fisica classica, non riducibile alla complessità del sistema celebrale e non computabile. Il dibattito coinvolge anche filosofi, teologi, psicologi, oltre che fisici e neuroscienziati.
È necessaria sincerità e prudenza, senza fughe in avanti. Lo stesso Hauser conclude:
Tuttavia accade sempre più spesso che tra gli stessi scienziati si facciano strada la cautela o il riserbo; oppure il riconoscimento dell’esistenza di un livello meta-razionale.
Gerald Maurice Edelman, premio Nobel per la medicina nel 1972, confessa: «La nostra incapacità come scienziati di fornire una spiegazione della coscienza individuale non è più misteriosa dell’incapacità di spiegare perché c’è qualcosa e non il nulla. Forse un mistero c’è, ma non è un mistero scientifico».