La parte più avanzata della scienza contemporanea si trova di fronte a un’evidenza di grande portata: l’universo, con tutto ciò che contiene, è un tutt’uno coerente e quasi vivente [...] . L’universo non è fatto di cose e di eventi separati, di spettatori esterni e di uno spettacolo impersonale. Si tratta di un intero, di un tutt’uno.
A differenza del mondo despiritualizzato della fisica classica, esso non è frammentato in cose materiali e nei domini disgiunti della vita e della mente. La materia (cioè quella “roba” fatta di particelle raggruppate in atomi raggruppati in molecole raggruppati in cellule raggruppate in organismi) non è un qualcosa di separato, e non ha nemmeno una propria realtà. Sebbene appaia solida, in fin dei conti la materia è energia legata in pacchetti d’onde quantizzate, e questi pacchetti sono ulteriormente legati fra loro a creare la vasta e armoniosa architettura che costituisce il mondo.
L’idea diffusa secondo cui tutto ciò che esiste nell’universo è materia, e che tale materia fu creata nel Big Bang e che scomparirà in un Big Crunch, è un errore colossale.
Questo universo è più sorprendente di quanto scienziati classici, ingegneri e marxisti abbiano mai ritenuto possibile. E la sua connessione, la sua unità sono più profonde e più totali di quanto gli scrittori di fantascienza abbiano mai potuto concepire.
(Ervin Laszlo, Risacralizzare il cosmo, Feltrinelli 2019)