Mentre sfogliavo “L’osservatore romano” del 3/3/2023 mi ha attirato la mia attenzione un articolo “La morte parte della vita” del teologo Josè Ignacio Gonzalez Faus.
Nel leggere m’imbattei nelle riflessioni di Etty Hillesum (scrittrice olandese ebrea vittima dell'Olocausto) che l’articolista citava generosamente dal Diario da Lei scritto tra il 1941 e il 1943 e pubblicato da Adelphi nel 1994.
Li ho trovati molto profondi. Ne riporto alcuni brani per mia memoria.
La vita è come una gravidanza consapevole in cui ciascuno finisce col dare alla luce sé stesso.
… La possibilità di morire è inserita nella vita così assolutamente che, per così dire, ho allargato la mia vita con la morte accettando la morte e la distruzione di qualsiasi tipo, come parte di questa vita. Non voglio consegnare una parte di questa vita alla morte per paura, senza accettarla.
… Suona quasi paradossale: se non accettiamo la morte nella nostra vita, non viviamo una vita piena, mentre se inseriamo la morte nella nostra vita la allarghiamo e la arricchiamo.
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