A volte mi ribello all'organizzazione parrocchiale, a certe prediche sdolcinate e moraleggianti, fatte di luoghi comuni, frasi ripetute a pappagallo senza vita, e allora mi chiedo: " ma io credo?"
Eppure, nelle mie ribellioni non sono solo. Paul Johannes Tillich (teologo protestante tedesco) ci ha scritto sopra un libro dal significativo titolo "L'irrilevanza e la rilevanza del messaggio cristiano per l'umanità oggi". Ma anche Papa Francesco ha parole simili a Tillich quando parla del «Santo Popolo fedele di Dio».
Ecco cosa Papa Francesco dice del suo clero, dei suoi dirigenti, detti pure pastori:
“Il clericalismo è sotto gli occhi di tutti. È in atto un riflusso impressionante. Vanno indagati con attenzione i motivi, ma i segni di questo fenomeno sono evidenti e inequivocabili.
Si tratta di un atteggiamento costruito, come dicevo, sul rapporto asimmetrico tra chi riveste un ruolo e detiene il potere, dato da tale ruolo, e chi è soggetto a tale potere. Si può capire questo atteggiamento dalla scarsa considerazione per il «Santo Popolo fedele di Dio», che per il clericalismo è piuttosto “popolo bue”, che non capisce e va guidato e comandato. Il clericalismo, oltre a mancare di fiducia nel Popolo di Dio, manca di apertura allo Spirito, che guida a tutta intera la verità. Per questo il clericalismo usa la verità come criterio e ne cerca il monopolio.
Mi impressiona quanto dice il Papa, che «senza rendercene conto abbiamo generato una élite laicale, credendo che sono laici impegnati solo quelli che lavorano in “cose da preti”». Il clericalismo non può vedere l’azione dello Spirito, «perché è più preoccupato a dominare spazi che a generare processi», a garantirsi un potere (anche con intenzione di bene) che a condividere un cammino”.
Poi c’è un clericalismo dei laici impressionante. Ormai sembra che il solo spazio di impegno nella Chiesa sia quello dei ministeri, soprattutto liturgici! Di dimensione secolare del laicato non si sente parlare più. La clericalizzazione dei laici è la cartina al tornasole di un cristianesimo infantile, dove si è tanto più parte di una realtà quanto più si ripete lo standard di chi ha la funzione di potere. In certo qual modo, la clericalizzazione dei laici è proporzionale al clericalismo dei preti”.
(brani dell’ Intervista a don Dario Vitali, professore di Ecclesiologia alla Gregoriana, pubblicata da Andrea Tornielli "La stampa” del 29 Aprile 2016)
A noi laici (giovani e meno giovani, anche della mia età) il Papa dice:
... Abbiamo bisogno di laici con visione del futuro, non chiusi nelle piccolezze della vita.
... abbiamo bisogno di laici col sapore di esperienza della vita, che osano sognare. Oggi è il momento in cui i giovani hanno bisogno dei sogni degli anziani. In questa cultura dello scarto non abituiamoci a scartare gli anziani! Spingiamoli, spingiamoli affinché sognino e – come dice il profeta Gioele – “abbiano sogni”, la capacità di sognare, e diano a tutti noi la forza di nuove visioni apostoliche.
... abbiamo bisogno laici dal cuore buono e generoso che volentieri metterebbero a servizio del Vangelo le loro energie, il loro tempo, le loro capacità se fossero coinvolti, valorizzati.
(Venerdì, 17 giugno 2016)
Sono queste letture che mi fan pensare che forse ateo non sono, che il mio è solo il pensare di un uomo che si ribella a indebite catene.