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23 aprile 2023 7 23 /04 /aprile /2023 18:00

Per una serie di motivi, ieri mi son trovato a sentir Messa in un giorno feriale. E come prima lettura è stato proclamato il passo degli Atti degli Apostoli, dove Luca racconta della nascita del diaconato e del perché fu istituita questa nuova funzione.

 

I seguaci di Gesù di allora erano considerati non diversi da altri movimenti presenti tra gli ebrei di quel periodo (Erodiani, Esseni, Farisei, Zeloti, Sadducei…) e, probabilmente, loro stessi si consideravano simili. Il brano degli Atti sottolinea solo che la comunità dei seguaci del Cristo si distingueva dagli altri movimenti per una accentuata forma di vita quasi “poetica”, conventuale fino alla condivisione.

 

Luca non spiega il perché di questa scelta di vita nel gruppo che faceva capo a Gesù. Lo constata ma non lo motiva e, soprattutto, nessun accenno ad un mandato specifico da parte del Cristo, quasi non ce ne fosse bisogno.

 

Ma dal racconto di Luca traspare anche un altro dato, le cose non andavano tanto bene, c’erano malumori e invidie negli adepti e insoddisfazione nei capi e quindi urgeva una soluzione. Ovviamente Luca evidenzia che si pregò per giungere alla decisione migliore. Quanto ci fu di divino in quella scelta? O quanto di pericolosa urgenza?

 

Le possibili soluzioni non erano molte:

  • Poteva essere esaminata la correttezza dell'interpretazione che veniva data alla proprietà privata in nome della fratellanza.
  • Oppure potevano chiarire e modificare la convinzione imperante che "il mondo stesse per finire". Convinzione basata su un'erronea interpretazione di una frase di Gesù, come poi il tempo chiarì, ma in quel momento era uno dei fattori che rendeva superfluo ogni possesso.
  • Oppure, in quanto ebrei, potevano decidere di mantenere e rispettare il Giubileo, quel reset dalla frequenza cinquantennale sulle proprietà, norma che gli ebrei si erano dati secoli prima. Un reset che si proponeva di porre un limite all’ingordigia della proprietà privata, introducendo il concetto di temporalità nella proprietà e quindi limitando l’accumulo delle ricchezze pur permettendo una vita di serena e normale operosità.

 

Eppure, sempre secondo Luca, la soluzione trovata (e malamente giustificata) fu di creare una struttura organizzativa, i diaconi. Come quando uno si rompe una gamba e, anziché far intervenire l’ortopedico, si offre a lui una stampella e lo si considera guarito perché deambula. 

 

Oggi sappiamo che non è così (almeno in medicina, un po' meno in politica), eppure la Chiesa da secoli mena vanto della scelta effettuata, la considera e la propone come una soluzione brillante e provvidenziale. In realtà stava nascendo il deprecato clericalismo che con Costantino divenne endemico e oggi, in regime di maggior libertà e cultura, è il germe che sta svuotando le chiese.

 

 

 

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