E’ chiaro che le letture liturgiche di questa domenica intendono preparare alla ricorrenza della festa dello Spirito Santo. Ma sono quattro letture ricche di spunti che meritano più di una riflessione. Vi espongo le mie, viste nell’ottica della risposta umana al passo del Vangelo che qui vola molto alto.
_______
Le letture individuano tre tipologie di credenti in Dio:
- I credenti naturalisti son ben rappresentati dal salmo 65.
- I credenti del diacono Filippo sono cristiani “incompleti”. Così ci dicono gli Atti.
- I credenti completi, che Pietro ci descrive nella sua lettera, sono persone non arroganti,
non apologisti per mestiere, ma onesti e aperti esempi viventi.
Che cosa avevano questi ultimi che i primi non avevano, sia che seguissero gli istinti naturali (israeliti o altri) sia che si “paludassero” da cristiani facendo anche miracoli?
Essi mancavano di un dono misterioso, lo Spirito Santo, lo spirito di verità, il maestro di verità che guida le scelte dell’uomo.
Esso è un dono procuratoci da Cristo con il suo sacrificio, pagato con il suo “factus oboediens usque ad mortem”. Un dono non un acquisto. Un dono che si esprime in speranza. Un dono promesso a chi osserva i suoi comandamenti (dice Giovanni), comandamenti che alla fine sono solo due amare Dio e il prossimo, cioè tenere viva e reale la memoria dell’”oltre” e l’empatia interpersonale.
Ma c’è ancora un terzo aspetto: chi è deputato a consegnare questo dono?
Negli Atti anche a questo viene offerta una risposta. Filippo è solo un Diacono, ha autorità sui demoni e sulle fisicità (miracoli), ma non sullo Spirito Santo. Per questo necessitano persone deputate a questa distribuzione, ed ecco arrivare Pietro e Giovanni.
Il caso si offre, però, anche ad una seconda interpretazione, cioè parrebbe un’autorità che non accetta che altri si arroghino prerogative che sono di propria competenza. Luca giustifica l’intervento della “commissione di vigilanza”, con la conferma mediante l’arrivo dello Spirito Santo nella comunità di Samaria, almeno stando al suo racconto. Racconto che sinceramente trovo non molto convincente.