Eccovi il mio tentativo di comprensione. L’ho diviso in 4 punti.
- Il primo punto riguarda Salomone. A lui viene rivolta la domanda che ad ogni risveglio viene rivolta a ciascuno di noi: In quei giorni il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda».
Ma questo non è pregare? Piuttosto chiediamoci come preghiamo?
Dietrich Bonhoeffer, nostro contemporaneo, ci racconta che Lui prega così:
Al cominciare del giorno, Dio, ti chiamo.
Aiutami a pregare
e a raccogliere i miei pensieri su di te;
da solo non sono capace.
- Il secondo punto è
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
La prima distinzione è nei personaggi proposti, un operaio dei campi e un ricercatore di perle. Ma ambedue, pur molto diversi, trovano qualcosa di nascosto che vale ogni sacrificio.
Parrebbe un indovinello, eppure è una soluzione che ho avuto sempre davanti, cioè tutte le volte che ho recitato il Padre nostro".
Il mistero è contenuto nelle prime parole di quella preghiera. Essa apre con due concetti
- “il cielo”, quell'oscuro luogo “post mortem”, “il nascosto”, il luogo degli illusi (per molti). E se anche crediamo che esista, non riusciamo a parlarne che in maniera confusa. Va trovato.
- Il secondo concetto è il valore dell’oggetto, il valore del contenuto, cioè “la nostra parentela con Dio”. Un Dio che si considera nostro Padre e tale vuole essere chiamato. Ecco qual è il valore da perseguire, costi quel che costi.
- Il terzo punto è la domanda da cui sono partito
«Avete compreso tutte queste cose?».
Gli risposero: «Sì».
Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
La nostra vita si svolge 2000 anni dopo Cristo. Non dimentichiamolo mai. La tradizione è ottima, pessimo il tradizionalismo.
Ogni scriba ha il dovere di discernere, non può rifiutare il nuovo né disprezzare il vecchio. La comprensione non ha confini.
- Il quarto punto racconta che
«il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.
Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo.
Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.»
Qui ci viene rivelato per l’ennesima volta che ci sarà una fine, ci sarà un giudizio, ci sarà una commissione. Una commissione angelica che non ascolta ma raccoglie solo quello che c’è. Non c’è spazio per nessuna furbizia.