La liturgia di questa domenica ci ha proposto
- Per l'AT un brano del profeta Malachia (Ml 1,14- 2,2.8-10).
- Come Salmo responsoriale il Sal 130
- Di Paolo un brano della 1a lettera ai Tessalonicési (1Ts 2,7-9.13)
- La parabola delle dieci vergini dal vangelo di Matteo (Mt 23,1-12)
Due sono i temi centrali di queste letture:
- una vita di ricerca: ricerca di Dio, continua, insistente, testarda;
- il trapasso: la morte e il post-mortem.
Il “Padre nostro”, per chi crede, inizia con un’affermazione di base “il cielo esiste e Dio abita lì”. Ed è questa la chiave che lega i due temi, perché per raggiungere Dio è necessario morire. Passare dalla Terra che ci ha visto nascere e ci ha nutrito al “Cielo” dove c’è la festa.
I concetti proposti dalla parabola sono: l’olio, la noia dell’attesa, le precauzioni necessarie, l'insensatezza degli imprudenti.
- Che cos’è l’olio, quella cosa che permette alla lampada di restare accesa, di illuminare, e quindi di essere utile alla festa.
- Che cosa significa si addormentarono? Il concetto di attesa fa parte della vita. La vita è tutta un’attesa (di una telefonata, di un giorno di riposo, della pasta che si cucini…) ma non siamo autorizzati a lasciarla al caso. Aspettare non è facile, è il crogiuolo della pazienza.
- L’olio di riserva, cosa significa prendere con sé una riserva? L’effetto distruttivo del tempo è il crivello per i fondamenti dei nostri propositi, e si basa sul rispetto della libertà di Dio. Un rispetto non facile. Persino Paolo sfarfalla quando si avventura sulla previsione dei tempi.
- Chi sarebbero gli stolti? Gli stolti sono quelli che sanno ma non traducono in pratiche il loro sapere, i superficiali. La prudenza non ammette superficialità. Qui gli stolti non sono condannati, ma per loro niente banchetto e niente festa.