In Mt 16,13 troviamo la domanda su cui ruota la liturgia di questa domenica.

La domanda é «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» 

Partiamo dai 4 evangelisti, ognuno dei quali immagina l’evento dell’arrivo di Gesù, utilizzando i segni che per la propria forma mentis meglio raffigurano la straordinarietà dell’evento. Pertanto

• Matteo -   ricorre ad una genealogia ebraica, a una nascita “verginale”, ai re magi, alla paura di un re, alla ripartenza dall’Egitto.

• Marco - Marco salta l’episodio della nascita, e parte da Giovanni battista

• Luca - apre con il concepimento, in cui la personalità di Maria ha un forte risalto. Poi prosegue regalandoci la traccia base su cui Francesco costruirà il suo presepio. Infine, continua esaltando la sapienza di un bimbo nato maestro che insegna ai dotti. 

• Giovanni -  Salta gli episodi della nascita, li sostituisce con un prologo dove Gesù come bimbo non esiste ma c’è molto di Platone e di Filone.

E veniamo alle testimonianze. 

Nei racconti evangelici troviamo le testimonianze di Simeone, di Anna quando vedono il bambino e di Pietro quando “Rispose «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. (Mt 16,16-17). 

Tutte e tre queste testimonianze hanno una caratteristica, che viene da “fuori”, da un’ispirazione. Un dono di fede che che ricevono.

Ma c’è una quarta testimonianza. E’ la parola di una spia presente nella sinagoga di Cafarnao che difende le comodità raggiunte spifferando quello che sa e che non dovrebbe raccontare. Scrive Marco (Mc 1,23-26)

23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 

25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

Bene questo è Natale: capire chi è Gesù e cosa è venuto a fare.

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