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14 maggio 2024 2 14 /05 /maggio /2024 03:53

 

La liturgia di domenica scorsa, giorno dell’Ascensione, capita in un momento triste. 

 

Essa, in controluce,  

  • ci mostra una strada che non volevamo più rivedere, 
  • ci fa sentire, con i suoi silenzi, i venti lugubri che cominciano a sibilarci intorno, 
  • ci avverte che un’economia di guerra sta rientrando nelle nostre società, 
  • ci rende consci di quanto siano ridicole le motivazioni “in punta di diritto” con cui tentano di plagiarci.  

 

In controluce perché la liturgia di oggi ci invita a battere le mani e ad esultare per la divinità, ma tutti noi sappiamo 

  • che viviamo in un mondo in profondo degrado, 
  • che la Verità ormai falsata da media e hacker si è persa tra le nebbie e forse è morta, 
  • che si fabbricano droni distruttori sempre più costosi (cioè anche il bastone del comando è passato ai soldi, perché i ricchi siano sempre più ricchi), 
  • che siamo osservati da satelliti spia e strumentalizzati da complicate psicologie di massa, 
  • che utilizziamo la nostra inventiva solo per costruire carri armati e armi più sofisticate 
  • che, anche in Vaticano, coltelli grondanti sangue scintillano al sole. 

Riassumendo, viviamo un momento di paura, irretiti dalla diffidenza che rende difficile il vivere o ancor più convivere.

 

Le letture di oggi sono un racconto diverso, forse spezzettato ma organico, esse cercano di disegnare un quadro grandioso che ci pone davanti ad un problema: 

  • Come si può volare se zavorrati?
  • Come non entrare in confusione e credere siano lanterne le povere lucciole? 
  • Come tenere viva la speranza che ci siano degli angeli in un mondo insanguinato e violento? 
  • Come illudersi che semplici luccichii siano oro vero e non illusioni? 

 

Quei primi cristiani, oggi raccontati, erano quattro gatti chiusi in una stanza, poco coraggiosi, carichi di paura eppure sognavano futuri gloriosi. Sognavano ascensioni, sognavano il famoso “regno di israele”. “E’ questo il tempo?” si chiedevano. 

 

E’ questo il tempo? non è una domanda bella da sentire, è la domanda di chi ha dubbi, quella che denota poca convinzione, esattamente come capita a noi loro eredi e scolari. Tutto è dato per avvenuto, eppure non percepiamo niente, ancora niente, e allora ci si chiede “ci sarà?”

 

Nel rileggere bene il brano di Paolo, non vi vedo descritta una comunità intera, ma la sua gerarchia. E’ Il sogno di Paolo di avere una classe dirigente, quella cui sono stati demandati  autorità e poteri, illuminata, piena di Spirito Santo, conscia del proprio ruolo, capace di decidere. Ma chi ha mai visto una classe dirigente come la descrive Paolo? O dove sono oggi i doni dello Spirito, tanto vantati in quei primi anni? se ci sono stati…!

 

Non è una bella domenica! Ma cantiamo e invochiamo, come dice il salmo, qualcosa succederà, facciamo come Giobbe. Non può non succedere nulla, il cielo esiste. 

 

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  • : Blog di Piero Azzena
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