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25 ottobre 2011 2 25 /10 /ottobre /2011 08:22

Non sempre le traduzioni sono felici, così si perdono dei concetti che magari l'originale conteneva.

 

Salmo 33 (32)

 

La versione della Bibbia delle Ed. Paoline, così recita ai versetti 18 e 19:

18 Ecco, l'occhio del signore è su quelli che lo temono,

su quelli che sperano nel suo amore,

 19 Per liberare dalla morte la loro vita

E per farli sopravvivere in tempo di fame.

 

La versione della Bibbia di Gerusalemme è:

18 Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,

su chi spera nel suo amore,

 19 per liberarlo dalla morte

e nutrirlo in tempo di fame.

 

 La versione "di cui sopra" traduce così:

18 Ecco, l’occhio del Signore veglia su chi lo teme,

su chi spera nella sua grazia,

 19 per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.

 

 

Tutte e tre le versione esprimo gli stessi concetti, ma la versione Paolina mi ha portato a rilevare dei concetti altrimenti velati, soprattutto nel versetto 19.

 

Mi ha fatto venire alla mente la frase paolina "dov'è morte il tuo pungiglione?" e allora una corretta interpretazione esige risposta alla domanda "di quale morte stiamo parlando?"

 

Secondo me stiamo parlando dello stato dell'uomo e di quel gradino che l'uomo da solo non potrà mai salire.

 

"Il tempo di fame" non può che essere il nostro presente con le sue lacrime e le sue schiavitù. Per definire la nostra vita "tempo di fame" ci vuole fede, cioè necessita il concetto di sazietà.

 

A questo si aggiunge il fine della richiesta, cioè il concetto di sopravvivenza. Chiedere di sopravvivere non è lo stesso che richiedere il dono di un presente roseo e agiato.

 

In questo salmo la vita è presentata come lotta come sforzo. La critica che il salmista pronuncia a nome di Dio riguarda il modo, meglio l'obiettivo di questi sforzi. Sembra il sorriso di un padre mentre osserva il piccolo che scimmiotta i grandi. Sorride perché vede tanta fatica senza risultati. La vera vittoria è sulla morte, ci dice il salmista. Infatti il terzo concetto è liberazione. Si libera un prigioniero, una persona legata. Qui si libera la vita dalla morte. La morte è la nostra prigione. 

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  • : Blog di Piero Azzena
  • : Questo blog è solo la mia voce, resa libera dall'età. Questo blog è un memo, seppur disinvolto nei tempi e nei modi, dove chioso su argomenti la cui unica caratteristica è l'aver attirato la mia attenzione. Temi esposti man mano che si presentano, senza cura di organicità o apprensione per possibili contraddizioni. Temi portati a nudo, liberi da incrostazioni , franchi e leali.
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