Non sempre le traduzioni sono felici, così si perdono dei concetti che magari l'originale conteneva.
Salmo 33 (32)
La versione della Bibbia delle Ed. Paoline, così recita ai versetti 18 e 19:
18 Ecco, l'occhio del signore è su quelli che lo temono,
su quelli che sperano nel suo amore,
19 Per liberare dalla morte la loro vita
E per farli sopravvivere in tempo di fame.
La versione della Bibbia di Gerusalemme è:
18 Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
19 per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
La versione "di cui sopra" traduce così:
18 Ecco, l’occhio del Signore veglia su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
19 per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.
Tutte e tre le versione esprimo gli stessi concetti, ma la versione Paolina mi ha portato a rilevare dei concetti altrimenti velati, soprattutto nel versetto 19.
Mi ha fatto venire alla mente la frase paolina "dov'è morte il tuo pungiglione?" e allora una corretta interpretazione esige risposta alla domanda "di quale morte stiamo parlando?"
Secondo me stiamo parlando dello stato dell'uomo e di quel gradino che l'uomo da solo non potrà mai salire.
"Il tempo di fame" non può che essere il nostro presente con le sue lacrime e le sue schiavitù. Per definire la nostra vita "tempo di fame" ci vuole fede, cioè necessita il concetto di sazietà.
A questo si aggiunge il fine della richiesta, cioè il concetto di sopravvivenza. Chiedere di sopravvivere non è lo stesso che richiedere il dono di un presente roseo e agiato.
In questo salmo la vita è presentata come lotta come sforzo. La critica che il salmista pronuncia a nome di Dio riguarda il modo, meglio l'obiettivo di questi sforzi. Sembra il sorriso di un padre mentre osserva il piccolo che scimmiotta i grandi. Sorride perché vede tanta fatica senza risultati. La vera vittoria è sulla morte, ci dice il salmista. Infatti il terzo concetto è liberazione. Si libera un prigioniero, una persona legata. Qui si libera la vita dalla morte. La morte è la nostra prigione.