... però di certo non è piacevole sapere che ci si può ancora sbagliare.
C'è tutta una legislazione per accertare la morte di una persona
In caso di morte in un'azienda ospedaliera, le attuali direttive prevedono che si effettui un elettrocardiogramma per 20 minuti consecutivi, nel quale non si deve registrare alcuna attività cardiaca.
Nel caso si sospetti la morte cerebrale, la la Direzione Medica ospedaliera
convoca un Collegio composto da
un medico legale o, in mancanza, da un medico della Direzione Sanitaria o da un anatomopatologo
un medico specialista in anestesia e rianimazione
un medico neurofisiopatologo o, in mancanza, da un neurologo o da un neurochirurgo esperto in elettroencefalografia.
È stabilito che il periodo di osservazione non può iniziare prima di 24 ore dall'insulto anossico.
La durata dell'osservazione, ai sensi del DM 11 aprile 2008 che aggiorna il precedente DM 582/1994, dev'essere non inferiore alle sei ore. Ministero della salute, portale della normativa sanitaria.
Il Collegio deve valutare la simultaneità delle condizioni cliniche e strumentali di morte per almeno due volte, all'inizio e alla fine di tali periodi di osservazione. Solo la verifica di assenza del flusso ematico può non essere ripetuta.
Il Regolamento di Polizia Mortuaria DPR n° 285/90 del 10 settembre 1990 prevede che venga rispettato il periodo di osservazione fino alla comparsa di fenomeni tanatologici certi.
Questo al fine di scongiurare il pericolo di inumare persone in stato di morte apparente.
Ovviamente in caso di devastazione fisica (decapitazione, maciullazione, ecc.) la stessa è considerata segno certo di morte.
Nel caso di deceduti per malattia infettiva, l'ASL adotterà le misure cautelative necessarie.
Eppure, in un ospedale della tecnologica America ecco cosa è accaduto qualche giorno fa
Una storia che rimane macabra nonostante il lieto fine: un uomo di 78 anni di Lexington, nello stato americano del Mississipi, si è risvegliato nella camera mortuaria due ore dopo essere stato dichiarato ufficialmente morto.
Walter "Snowball" Williams era stato chiuso nel sacco nero che di solito contiene i cadaveri, prima che qualcuno dell'ospedale notasse dei movimenti delle gambe e avvisasse la famiglia.
L'incredibile notizia proviene dal Mississipi: all'origine del risveglio del 78enne c'è forse un guasto al pacemaker, che poi avrebbe ripreso a funzionare
Il personale medico dell'ospedale non è riuscito a fornire una spiegazione certa dell'accaduto, ma ha ipotizzato che il pacemaker che Williams portava abbia smesso di funzionare per qualche tempo per poi riprendersi improvvisamente.
Sabato 01/03/2014