Queste sono le parole di Papa Francesco, pronunciate nell’omelia della Messa del 18 maggio 2013, celebrata nella cappella di Casa Santa Marta in Vaticano.
Dove Bergoglio ha condannato con durezza i “ficcanaso” nella vita degli altri che ci sono anche nella Chiesa e critica le invidie e le parole "distruttive nella Chiesa".
Inevitabile, anche se mai esplicito, il riferimento a Vatileaks e ai corvi che hanno minato l'ultimo periodo del pontificato di Benedetto XVI.
Come si presenta la chiacchiera nella Chiesa?
“Normalmente – ha spiegato Bergoglio – facciamo tre cose:
- disinformazione, cioè dire soltanto la metà che ci conviene e non l’altra metà; l’altra metà non la diciamo perché non è conveniente per noi. Alcuni sorridono… ma quello è vero o no? Hai visto che cosa? E passa.
- Secondo è la diffamazione: quando una persona davvero ha un difetto, ne ha fatta una grossa, raccontarla, ‘fare il giornalista’… E la fama di questa persona è rovinata.
- E la terza è la calunnia: dire cose che non sono vere. Quello è proprio ammazzare il fratello! Tutti e tre, disinformazione, diffamazione e calunnia, sono peccato! Questo è peccato! Questo – ha concluso il Papa – è dare uno schiaffo a Gesù nella persona dei suoi figli, dei suoi fratelli”.
Articolo di Francesco Antonio Grana su Il Fatto Quotidiano del 18 maggio 2013