Il fotografo nasce nel mondo dei pittori francesi dell'800. Infatti il fotografo non è altro che un pittore che usa pennelli di tipo diverso. E' un pittore che è passato dalla vernice alla lastra di vetro, e quindi alla plastica, e infine ai bit.
Il bit è un impulso elettrico che sfrutta i nostri difetti, cioè la scarsa velocità della nostra retina, altrimenti non ci sarebbe immagine. Se potessimo bloccare il tempo, a video ci sarebbe solo un punto luminoso.
Ne consegue che la foto digitale è pura fantasia inesistente, ricostruita per noi che la guardiamo, ad uso della nostra retina. Questo la rende simile alla parola.
La parola esiste finché è attiva, finché produce onde sonore che titillano il nostro orecchio, poi scompare, resta solo il ricordo. Con la tecnologia, si è ovviato alla precarietà della parola, e oggi anche dell'immagine digitale, ma è sempre un ricostruzione, inaffidabile nella sua complessità e modificabilità.
E' sorta una tecnologia esasperata e costosa, che ci permette di riferire ad altri quanto ha solleticato la nostra curiosità o il nostro sentire.
E' tramite questi bit che presentiamo, in forma di racconto o immagine, il messaggio ricevuto da un fiore, da un tramonto, da un ambiente, da una persona, da un particolare. Riduciamo in bit i nostri pensieri, o le immagini davanti a noi, e lasciamo che le macchine le ricompongano.
La retorica era l'antica arte, l'insieme di regole, per la migliore trasmissione del pensiero mediante la parola vocale, la parola che scompare. Quelle regole sono ancora valide nonostante le macchine, anzi dalle macchine vengono esasperate.
La fotografia, nata dalla pittura, nella pittura recupera le sue regole. Sono le stesse pur nel mutare delle tecniche e nelle disponibilità tecnologiche.
Le regole fondamentali della pittura sono sempre quelle: il gusto nella scelta del soggetto, l'universalità del significato, l'intelligente composizione del quadro, la partecipazione viva dell'autore. Al tutto, si aggiunge ora, l'obbligo di una tecnologia di conservazione e riproduzione ai limiti della perfezione.
Pertanto, come l'antica arte della retorica applicata alla parola registrata, così l'arte pittorica si applica all'immagine fotografica.
Non basta un po' di vernice per fare un bel quadro. Le "croste" saranno sempre presenti nei mercatini e nelle gallerie. Ma ci sono anche i bei quadri e autentici capolavori. Altrettanto nel mondo fotografico, non basta una macchinetta supertecnologica per fare una foto artistica, ci vuole altro. Però non mi si dica che la fotografia non è arte.