La preghiera si avvia con un saluto. Un saluto molto datato, non tradotto né traducibile, risalente addirittura all'antica Roma. "Ave" era infatti l'intercalare introduttivo degli antichi romani.
Poi ci sono le affermazioni di titolo, cioè la posizione "sociale" dell'interpellato. Non è un titolo tipo "dottore" o "senatore" o "onorevole", è altro. Altro perché altri sono "i valori" in gioco, sia nell'ottica del mondo degli esseri celesti che nel mondo degli uomini.
Per gli Angeli Lei è l'invidiabile amica di Dio. In bocca a Gabriele, l'evangelista Luca pone due affermazioni: "piena di grazia" e "il Signore è con te". Siccome la grazia è nient'altro che amicizia con Dio, per gli angeli Ella è la creatura più vicina a Dio. Il concetto di pienezza questo esprime. Una pienezza che si manifesta col riconoscimento della presenza di Dio in Lei.
Per gli Uomini Lei è "la meglio", il miglior frutto tra i figli di Eva e, pertanto, la nostra rappresentante principe. Sempre Luca, infatti, porrà in bocca ad Elisabetta le parole "benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo". Chi o che cosa può essere più importante di Dio? e per di più uomo? Maria partecipa a questa umanizzazione, è la porta attraverso cui Dio si "fisicizza".
Solo dopo questa introduzione, a Lei che è "madre di Dio" e perché tale, l'orante presenta le sue richieste. Non gli si chiede di dare, ma intercedere presso colui che dà. E, come nel "Padre nostro", la richiesta riguarda l'adesso, l'oggi. Infatti l'avverbio "adesso" non include il domani, i giorni futuri. Il futuro sarà un'altra storia, lasciata nelle mani provvidenziali di Dio.
Ma c'è un'eccezione, un'aggiunta che qualifica questa preghiera: l'ora della morte. La seconda richiesta a Maria, oltre all'intercessione, è la compagnia. Compagnia nel momento della resa dei conti, nel momento di maggior nudità, debolezza e solitudine di ogni uomo, durante il trapasso.
Una richiesta che rende umanissima questa preghiera. E' un dialogo tra persone non divine, vissute in terra con soli occhi umani in un orizzonte limitato da nuvole bianche. Persone per le quali il cielo è oltre le nuvole, fondato su echi di parole sentite, di aspirazioni imprecisate, in un perenne dubbio sull'esistenza stessa di un lontano, nascosto, solo creduto "oltre".