L’identikit del corrotto è quello di un uomo incapace di aprirsi alla gratuità, che è dono di Dio. Egli vive irretito dentro se stesso; non ha amici, ma solo complici, “utili idioti” .
La corruzione è la frattura della fratellanza, dei rapporti sociali: essa impedisce di avvicinarsi bene agli altri.
Non è un atto isolato, appunto un peccato, ma uno stato permanente, una condizione personale e sociale, che chiude la possibilità di una relazione viva con Dio.
...La differenza tra peccato e corruzione: il primo è aperto al perdono, la seconda si può curare solo come una malattia.
“Di fronte al Dio che non si stanca di perdonare, il corrotto si erge come autosufficiente nell’espressione della sua salvezza: si stanca di chiedere perdono”.
Quello del corrotto, quindi, è ben più che un peccato: è una sorta di cancrena interiore che chiude la persona in se stessa, nella spirale del potere e dell’avere a tutti i costi.
J. M. Bergoglio,Guarire dalla corruzione, Bologna, 2013.