Il caso della suora che a Rieti ha risolto la sua presunta colica sfornando un bel maschietto insegna una verità ormai obsoleta: quando si "pecca" non basta pentirsi e dirlo nella penombra di un confessionale perché tutto ritorni come prima.
La suora certamente si sarà confessata con seguente assoluzione, ma ora è nato un figlio e a questo non basta un'assoluzione, ma servono latte, pane e pannolini e... anni di cure, affetto e attenzioni.
Una verità da spiegare a chi gestisce le carceri, ai nostri politici "sereni", ai nostri giudici dalla manica larga. Dobbiamo curarci del poveretto che ha commesso un errore o della vittima di quell'errore? Perché una vittima c'è sempre.