Interessante e acuto rilievo di Stefano Menichini a commento dei ballottaggi comunali dell'8 giugno 2014 a Livorno dove il M5S batte il PD (53% contro un 47% del PD).
La sostanza è che in questo pezzetto d’Italia non ci si rassegna alla realtà squadernata dal 40,8 per cento del Pd: non mutazione genetica bensì approdo, lungamente atteso e coltivato, infine reso possibile dalla leadership e dalla popolarità post-ideologica di Renzi, a una sinistra moderna, maggioritaria, riconosciuta e premiata come tale da progressisti italiani giovani e anziani, osservata e perfino invidiata dai tradizionali partiti della sinistra europea.
Un partito, lo ricordo, che il 25 maggio a Livorno ha preso il 53 per cento, contro il 22,5 di Grillo e il 7,2 di Tsipras.
A riprova che i livornesi, più che custodi dello spirito del ’21, sono banalmente elettori liberi che sanno giudicare: da quali sindaci farsi amministrare in città, e da quale sinistra farsi governare a Roma e in Europa.