Io ho questa curiosità, moderatamente polemica.
I commentatori, i politici, i giornali stessi, che a sinistra stanno costruendo una
campagna contro la parola “pacificazione
- togliendole ogni significato costruttivo e progettuale
- aderendo a quello del chi-ha-avuto-ha-avuto proposto della destra (in un’ennesima adesione all’agenda proposta dalla destra),
come si pongono rispetto al ragionamento sulla pacificazione che ha fatto Roberto Saviano, di cui sono soliti condividere, esaltare e pubblicare il pensiero e gli scritti? È un ragionamento anche loro, in contraddizione con quello che scrivono, oppure gli è estraneo, e non hanno coraggio di dirlo, di contestarlo?
«O si riparte dal sogno, o si riparte dalla possibilità di un mondo altro, o non c’è possibilità di convincere.
Puoi solo contrastare, puoi solo pensare di essere migliore, in quanto diverso, dell’altro.
Ma se invece vuoi andare a stanarlo, a convincerlo, devi rinunciare anche a una parte di te. (…) Entri nella contraddizione ma cerchi di prendere l’altro e di portarlo»
La risposta sensata, secondo me, è che la pacificazione di Saviano non è la pacificazione di Brunetta: e la conseguenza della risposta sensata, secondo me, sarebbe aderire al progetto suggerito da Saviano invece che precipitarsi a caricare i pezzi da otto contro Brunetta (il quale schiva e gongola), gettando il bambino nell’acqua sporca.
Dal Blog di Wittgenstein. Articolo titolato "Scegliere tra Saviano e Brunetta"
Pubblicato 21 maggio 2013