""Presto potrebbe essere realtà la possibilità, mediante opportuni strumenti, di "ascoltare" il monologo interiore di un individuo, senza che questo proferisca parola, secondo quanto reso noto in un articolo pubblicato su PLoS Biology da ricercatori dell'Università della California a Berkeley e dell'Università della California a San Francisco guidati da Robert Knight....
I ricercatori sono partiti da un dato: il sistema neurofisiologico preposto alla comprensione del linguaggio parlato procede in prima istanza a decomporre il flusso di parole e altri suoni complessi in rappresentazioni elementari di diversa frequenza, che vengono poi indirizzati verso la successiva elaborazione fonetica e lessicale. Questa prima analisi uditiva procede dalla coclea fino alla corteccia uditiva primaria, fornendo una fedele rappresentazione delle caratteristiche spettrali del suono udito, anche per quegli elementi fondamentali per la percezione del linguaggio, come i formanti (i “picchi” peculiari di uno spettro vocale), la transizione tra un formante e l'altro e la suddivisione in sillabe.""
(da "Le scienze" di 01 febbraio 2012, Le parole nella mente: dal suono al segnale neurale)
Perché non dedurne che niente è assolutamente privato e niente avviene che non lasci segno? neppure il pensiero!
E quindi perché meravigliarsi se Matteo scrive per ben due volte: ... e il Padre tuo, che vede nel segreto... (in Mt 6,4, e 6,8)?
Forse il cartello "Dio ti vede", presente nei vecchi e silenziosi corridoi dei conventi, era vero e non alludeva solo ai suoni.